(ASI) Vi erano pochi dubbi che la risoluzione sarebbe stata approvata, ma sicuramente un risultato così ampio forse non se lo aspettavano nemmeno i suoi promotori.
Dai gruppi del Partito popolare europeo, passando per i conservatori e dei riformisti europei il Parlamento europeo ha definito la Russia uno Stato sponsor del terrorismo, con 494 voti favorevoli, 58 contrari e 44 astensioni. Praticamente quasi tutti i gruppi politici dell’Eurocamera hanno sostenuto il testo, compresa la quasi totalità degli europarlamentari italiani che hanno appoggiato la condanna dei mezzi terroristici utilizzati dalla Russia, con gli attacchi contro i civili che hanno violato ripetutamente il diritto internazionale e umanitario.
Hanno ritanuto di astenersi i cinque parlamentari del Mcs con una posizione spiegata da Tiziana Beghin, nella quale viene riconociuto e condannato si il ruolo della Russia, ma anche criticata la risoluzione, perché non garantirebbe nessun negoziato di pace, quanto piuttosto uno slittamento del conflitto. Favorevoli invece i rappresentanti di Fratelli d’Italia così come quelli di Lega e Forza Italia, nonostante gli approcci spesso a supporto di Vladimir Putin da parte dei rispettivi leader. Diversi anche i voti contrari come quello di Francesca Donato, Pietro Bartolo, Andrea Cozzolino e Massimiliano Smeriglio.
La designazione di Stato sponsor del terrorismo risulta piuttosto avventata, anche perché l’Unione Europea non ha al momento alcuna cornice legale entro la quale inserire tale dichiarazione. Non è un caso infatti che la risoluzione chieda proprio di creare un quadro giuridico adeguato per la Russia. Nel concreto, vi sarebbero ulteriori misure restrittive da imporre al Cremlino e una riduzione al minimo delle relazioni diplomatiche con conseguenze significative, come la messa al bando di tutte le organizzazioni, anche culturali e scientifiche, legate al governo russo e attive nei Paesi dell’Unione. Nella lista del terrorismo andrebbero inseriti anche l’organizzazione paramilitare Wagner, le unità militari cecene (kadyroviti) nonché ulteriori gruppi armati e milizie finanziate dalla Russia. Immediata la risposta di Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Propongo di riconoscere l’Europarlamento come sponsor di idiozia.
Tra Mosca e Strasburgo si apre quindi ineroabilmente una voragine, che genera però una riflessione, soprattutto in merito al ruolo autonomo e indipendente che il Parlamento dovrebbe assumere nel contesto diplomatico. Con la Russia indicata quale Paese terrorista, sembrerebbe essere giunti al punto di non ritorno, capace di allontanare inesorabilmente una soluzione politica pacifica. A questo punto per la Ue non resta che la sola opzione militare?
Emilio Cassese - Agenzia Stampa Italia