(ASI) La Cina ha chiesto, agli Stati Uniti, di revocare l'intesa siglata con Taiwan per la vendita di 120 milioni di dollari di componenti di ricambio e servizi logistici alla Marina.
Lo ha affermato, nelle ultime ore, il ministero degli Esteri di Pechino. Quest’ultimo ha sottolineato così che l’iniziativa di Washigton costituisce "una seria violazione del principio "una sola Cina" e dei tre comunicati congiunti Usa-Cina", ha tuonato oggi il portavoce Zhao Lijian in una conferenza stampa. Ha aggiunto così che la vendita di dispositivi bellici a Taipei "minaccia gli interessi di sicurezza" de gigante asiatico, danneggia le relazioni tra le due superpotenze e mette a rischio "la pace e la stabilità nello Stretto”.
Il portavoce del ministero della Difesa, del presidente Xi Jinpig, ha rincarato la dose. Wu Quian ha posto in risalto quindi che il suo esercito è pronto ad iniziare una guerra “a qualunque costo”, contro la provincia ribelle, se la diretta interessata dichiarerà l’indipendenza dalla madrepatria. Immediata la replica degli Stati Uniti: “Siamo pronti a difenderla. Rifiuteremo qualsiasi azione destabilizzante”, ha fatto sapere il capo del Pentagono Lloyd Austin, citato dal dipartimento alla Difesa Usa, nel primo incontro di un'ora circa che ha avuto a Singapore con la controparte cinese, Wei Fenghe, a margine del 19/mo Shangri-La Dialogue.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia