(ASI) L’incubo del possibile uso di armi chimiche arriva in Ucraina. Occhi e mucose infiammate, secchezza delle fauci, difficoltà respiratorie e tachicardia. Questi i sintomi che sarebbero comparsi sul fisico delle vittime di presunti attacchi russi avvenuti con bombe al fosforo. Tali ordigni sarebbe stati fatti piovere da un drone che avrebbe preso di mira i difensori della città portuale strategica, sempre più schiacciata sotto il peso dell'offensiva.
Secondo la denuncia del battaglione Azov, ultimo vero bastione della resistenza, tre persone hanno evidenziato "chiari segni di avvelenamento chimico", ma nessuno di loro ha subito "gravi conseguenze", visto che le munizioni vietate sarebbero cadute in una zona relativamente isolata.
"È impossibile indagare la scena del crimine per via del fuoco nemico, perché i russi continuano a usare la tattica di nascondere i loro crimini", ha spiegato il reggimento di combattenti ucraini, mentre i feriti raccontano di un improvviso e denso fumo bianco e poi di difficoltà a respirare e gambe che cedevano "come cotone".
Tale accusa è stata confermata anche dall'amministrazione civile di Mariupol e che, soprattutto, trova la sponda degli Usa. "Abbiamo informazioni credibili che i russi possano usare gas lacrimogeni, o altri strumenti antisommossa, mescolati ad agenti chimici, nell'ambito della loro offensiva contro Mariupol", ha spiegato il segretario di Stato americano, Antony Blinken.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia