(ASI) I colloqui in Turchia, a Istanbul, tra Russia e Ucraina avrebbero prodotto qualche risultato. Kiev potrebbe diventare una nazione neutrale (ovvero non aderente alla Nato), ma non rinuncerebbe a entrare nell’Unione europea.
I rappresentati di Volodymyr Zelensky hanno formulato una proposta scritta, consegnata alla controparte, in cui avrebbero assicurato che non ci saranno basi straniere sul suo territorio e nessun impegno a percorrere la strada in direzione Patto Atlantico. La neutralità soggiace a garanzie di sicurezza: “Vogliamo un meccanismo di garanzie di sicurezza simile a quello previsto dall'articolo 5 della Nato – hanno detto i negoziatori ucraini al termine dei colloqui –, con tali garanzie non ci saranno truppe straniere nel nostro paese e non entreremo nella Nato”. Mosca ha riconosciuto che si è passati a un livello pratico e che i negoziati sono diventati concreti. La parola adesso passa a Putin, che Zelensky continua ad invitare a un incontro.
"Possiamo dire che i segnali che stiamo riscontrando nei negoziati sono positivi, ma non mettono a tacere le esplosioni o i proiettili russi", ha commentato quest’ultimo. "Naturalmente, tutti vediamo i rischi e naturalmente non vediamo alcun motivo per fidarci delle parole di alcuni rappresentanti di uno Stato che continua a combattere per la nostra distruzione", ha aggiunto.
Vedremo se alle parole seguiranno i fatti". Non dobbiamo farci prendere in giro dal Cremlino, ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby, in un’intervista alla rete televisiva d’Oltreoceano Cnn.
Scetticismo anche dal presidente americano Joe Biden, dal premier britannico Boris Johnson e da altri leader occidentali.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia