(ASI) L'esperienza storica insegna che è sempre e, comunque, pericoloso rifornire di armi i contendenti. Prima di tutto, perché ciò allunga la durata della belligeranza e moltiplica i danni in termini di vite umane e materiali.
La decisione britannica di inviare 6.000 missili all'esercito ucraino può comportare gravi conseguenze nel senso di estendere oltre l'Ucraina l'area della guerra.
Perché la contromossa russa potrebbe consistere - cosa non augurabile - in un concreto sostegno, non solo militare, al movimento patriottico dell'Irlanda del Nord - senza contare le organizzazioni autonomiste e/o indipendentiste della cattolica Scozia ed, eventualmente, del Galles. Conviene a Johnson smuovere così tanto le acque?
Simile problema si pone per la Francia. Fin dal primo momento Macron ha appoggiato il governo-Zelensky , non lesinando rifornimenti militari, appoggio logistico ecc. alle forze anti-russe, nonostante l'apparente volontà di cercare la via diplomatica. Nel frattempo è esplosa la crisi in Malì e in Corsica, dove si assiste ad un'aperta ribellione dei relativi movimenti autonomisti e/o indipendentisti. La Corsica ha motivazioni storiche altrettanto valide del Paese africano per rivendicare un'indipendenza, a cui la Francia - come è noto - ha posto termine illegittimamente verso la fine del XVIII secolo. Se la Russia fosse vendicativa e volesse gettare benzina sul fuoco, avrebbe interesse a sostenere la resistenza dei patrioti corsi in più di un modo. Ma, per fortuna, finora non si hanno segnali in questo senso. Quanto conviene alla Francia proseguire su questa linea interventista?
Se ci si sposta dallo scacchiere occidentale a quello dell'Estremo Oriente, non si può non prendere in considerazione la politica della Cina verso la Russia e verso Taiwan.
La concentrazione delle energie politico-militari USA-NATO sul teatro di guerra europeo sembrano lasciare un fianco scoperto nell'Estremo Oriente. Questo potrebbe indurre la Cina ad approfittarne, avviando una rapida azione diplomatica e/o militare per ricongiungere l'isola di Taiwan alla madrepatria, senza praticamente spargimento di sangue.
L'unico intento degli Stati Uniti e della NATO sembra sempre più essere non la pace, ma la destabilizzazione della Russia, senza tuttavia considerare la portata mondiale degli 'effetti collaterali'. Tutto questo in un contesto di quasi totale assenza dell'Unione Europea.