×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 113
Libia. Cosa sta succedendo ancora?

(ASI) Nella Libia post-gheddafiana l’autunno è prodigo di interrogativi e contraddizioni.

Oltre alle foglie, nel Paese del Nord Africa sembra che questa mezza stagione abbia lasciato cadere anche le candide maschere che i ribelli indossavano qualche mese fa, durante quella che i media occidentali hanno definito “primavera araba”. Le immagini del Colonnello Muammar Gheddafi appena catturato - prima agonizzante e poi deceduto per un colpo di pistola sparatogli sulla tempia - sono le ultime sequenze visive che stampa e tv hanno proposto incessantemente all’opinione pubblica, sin troppo assuefatta al macabro. Dopodiché, la Libia è lentamente scivolata nell’oblio della dimenticanza.

Nei giorni scorsi, tuttavia, da questo buio che il silenzio dei media ha generato, sono affiorate notizie tutt’altro che rassicuranti circa il presente e il futuro del Paese libico. La morte di Gheddafi non ha costituito un punto di svolta e di affrancamento da violenze e problemi, bensì l’inizio di una spirale di faide e feroci ritorsioni che continuano a insanguinare una nazione che sembra sempre più lontana da quella condizione di pace e prosperità che incautamente i leader occidentali avevano previsto. Un rapporto che l’Onu ha consegnato lunedì scorso al Consiglio di Sicurezza proverebbe che almeno settemila prigionieri sono detenuti nelle carceri gestite dai ribelli libici, senza che nessuna corte li abbia giudicati, dal momento che un sistema giudiziario non è stato ancora ripristinato. Lo stesso rapporto testimonia la presenza, all’interno delle celle, anche di “donne e bambini”, oltre a denunciare l’uso sistematico di torture da parte delle guardie. Contestualmente a questo spietato rapporto reso noto nel Palazzo di Vetro, l’organizzazione di difesa dei diritti umani (Human Rights Watch) ha pubblicato un documento che dimostra come non solo nelle carceri la situazione è grave: per le strade delle città libiche, infatti, l’organizzazione spiega che le milizie sparano sulla gente disarmata, procedono ad arresti arbitrari ed effettuano esecuzioni sommarie. Curioso che l’intervento della Nato in Libia, avallato dall’Onu con la risoluzione 1973, si prefiggesse proprio lo scopo di “proteggere i civili”; quegli stessi civili che, oggi, a distanza di qualche mese, vengono lasciati tra le grinfie di miliziani che impunemente elargiscono odio.

Gli obiettivi di questa selvaggia caccia all’uomo sono tutti coloro che vengono tacciati di essere dei “gheddafiani”, ovvero di aver appoggiato, in qualche misura, il vecchio regime. Non importa se l’appoggio consistesse in lotta armata sotto le insegne verdi della Jamahiriya o, più semplicemente, in supporto manifestato durante quelle ultime, affollate adunate intorno a uno stanco ma strenuo Raìs. La violenza dei miliziani colpisce nella stessa misura chiunque non abbia rinnegato il proprio appoggio a Gheddafi durante le dure fasi della guerra civile. Nella città di Sirte, città natale e roccaforte del Colonnello, il rapporto Onu afferma che la gente vive nel terrore, in quanto la violenza dei miliziani accede anche nelle case private per prelevare, arrestare, talvolta anche uccidere intere famiglie. In un contesto di crudeltà fuori controllo emergono storie agghiaccianti: la politica viene spesso usata a pretesto per dar sfogo a vendette private e i più deboli diventano le prede preferite di vili aguzzini. A questa seconda categoria appartengono le tante donne libiche che hanno subito stupri dai soldati di entrambi gli schieramenti durante la guerra e che, ancora oggi, lamentano l’emarginazione cui sono relegate da una società in cui regnano caos e volgari pregiudizi verso le vittime di violenze carnali. Appare dunque evidente, a chiunque getti un’occhiata al di là della coltre di fumo delle interpretazioni partigiane dei media, che l’ennesimo intervento umanitario occidentale altro non ha fatto che dispensare scompiglio e legittimare simili abusi, in quello che fino al febbraio scorso era un Paese assai diverso da come si presenta oggi. Ossia era - pur con i suoi difetti - ricco, ordinato e sovrano.

ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione

 
L'onestà intellettuale crea dibattito e stimola nelle persone l'approfondimento. Chi sostiene l'informazione libera, sostiene il pluralismo e la libertà di pensiero. La nostra missione è fare informazione a 360 gradi.

Se credi ed apprezzi la linea editoriale di questo giornale hai la possibilità di sostenerlo concretamente.
 

 

 

Ultimi articoli

Al via due giorni di campagna per l’embargo militare contro il governo israeliano

(ASI) Nonostante il cessate il fuoco il governo di Tel Aviv non ha deposto le armi e dopo la Striscia di Gaza sta ora cercando di liquidare il problema palestinese ...

Palermo, si parla della luce nelle architetture medievali al Seminario sull’Esoterismo nell’Arte promosso da BCsicilia

(ASI) Si terrà giovedì 6 febbraio 2025 alle ore 16,30 presso la Sala Novecento dell’Hotel Joli in via Michele Amari, 11 (Angolo Piazza Ignazio Florio) a Palermo, il quinto incontro del Seminario sull’...

DeepSeek: il modello AI cinese che sfida il dominio di ChatGPT e OpenAI

(ASI) L'intelligenza artificiale è da tempo il cuore pulsante della competizione tecnologica globale. Tuttavia, gli ultimi sviluppi hanno segnato una svolta epocale: DeepSeek, una startup cinese emergente, ha rapidamente conquistato il ...

Dottoressa Castellani (SUMAI Assoprof Umbria): Sanità, un bene di tutti. Gli specialisti ambulatoriali, vera sanità di prossimità. Pronti a collaborare per tutelare salute dei cittadini.

(ASI) Perugia -  Oggi per gli speciali di A.S.I. lo facciamo sulla sanità in Umbria con la dottoressa Francesca Castellani, specialista in otorino-laringoiatria e patologia cervico-facciale, fondatrice ...

Cristiano Vignali e Filippo Guidi, appello contro ogni genocidio alla Soms di Spoltore

(ASI) Spoltore (Pe) -Alla Pinacoteca della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Spoltore (Pe), presieduta dall"AVV. Luigi Spina, è stato presentato dal giornalista e saggista storico Cristiano Vignali il romanzo ...

Oracles Capital Estates: il nuovo fondo immobiliare di Lorenzo Zurino che ridisegna il lusso

(ASI) Determinazione, visione e un sogno che diventa realtà. A soli 40 anni, Lorenzo Zurino, imprenditore originario di Sorrento, annuncia la creazione di Oracles Capital Estates, un fondo immobiliare dedicato a ...

Maltempo: ancora temporali al Sud. Allerta gialla in otto regioni

(ASI) La permanenza di un’area di bassa pressione sull’Italia meridionale, continuerà a mantenere condizioni di tempo molto instabile al Sud e sulle due isole maggiori, che, dalla prossima ...

Sanità, Gasparri: ha ragione Zaffini, chi tira i fili di questa situazione?

(ASI) “La cosiddetta Fondazione Gimbe è al centro di una polemica. Ed ha perfettamente ragione il Presidente della Commissione sanitaria del Senato, Zaffini quando risponde con dati alla mano ad alcune ...

Sanità, Fenu (M5S): “Solidarietà a cartabellotta, FDI pensi a disastro SSN”

(ASI) Roma – “Per aver fatto sommessamente notare che a sei mesi di distanza dall’approvazione del decreto sulle liste d’attesa, uno solo dei sei decreti attuativi previsti è stato promulgato – ...

Liste di attesa. Zullo (FdI): il Governo lavora per riparare lo sfascio ereditato. 

(ASI)  “Quello delle liste di attesa è un tema che riguarda non solo la salute ma anche la dignità della persona.  Un tema che richiede senso di responsabilità e ...

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 113