(ASI) La notizia è certamente positiva. Siamo davanti a un mezzo passo nella direzione auspicata, quella della pace, che non potrà mai emergere totalmente però se mancherà una intesa consistente e concreta.
L’ ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, richiamato a Mosca per consultazioni a metà marzo dopo che Biden aveva definito l’ omologo Vladimir Putin un “killer”, inizierà a lavorare a Washington la prossima settimana. Lo ha fatto sapere la portavoce del ministero degli Esteri del Cremlino, Maria Zakharova, in conferenza stampa. Tutto ciò sarà possibile grazie al’ intesa, raggiunta ieri pomeriggio a Ginevra in Svizzera, tra il capo della Casa Bianca e il collega del Cremino grazie al clima positivo che si è creato tra loro. L’ evento ha avuto un rivolto positivo tramite un’ inattesa dichiarazione dei responsabili delle due superpotenze volto ad avviare un dialogo destinato a rafforzare la “stabilità strategica”.
Entrambi sanno infatti che una guerra nucleare non converrebbe a nessuno, in quanto non avrebbe né vincitori, né vinti. Ciascuno si augura che il faccia a faccia rappresenti l’ inizio di un azzeramento delle divergenze che hanno avuto gravi conseguenze bilaterali e su scala planetaria, al punto da mettere in crisi l’ intera comunità internazionale.
Il suo principale, il Consiglio di sicurezza dell’ Onu, è paralizzato spesso dal potere di veto delle superpotenze che detengono un seggio permanente (Usa, Russia, Gran Bretagna, Cina e Francia). Molte crisi umanitarie e geopolitiche non possono essere così risolte e si genera così un immobilismo che va a scapito delle persone più indifese (soprattutto le categorie più fragili come i malati, le donne e i bambini).
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia