(ASI) Potrebbe essere il primo banco di prova per il governo successore a quello guidato, per anni, da Benjamin Netanyahu. Torna alta, nonostante la fine della sua epoca, la tensione in Medioriente il cui territorio non ha mai trovato una pace duratura, ma solo una lunga scia di sangue.
Gli equilibri geopolitici faticano a trovare un loro punto di equilibrio per consentire alle popolazioni locali di vivere in serenità e alle grandi potenze, che sostengono (pure militarmente) gli attori regionali, di cessare uno scontro per procura che dura da secoli e che sta mettendo, sempre più a rischio, la comunità internazionale. Pare essere infatti un vero e proprio ultimatum: se Israele non autorizzerà il trasferimento dei fondi stanziati dal Qatar, per la Striscia di Gaza, Hamas è pronta a una nuova escalation alla frontiera con lo Stato ebraico. Lo ha comunicato, nelle ultime ore, il quotidiano israeliano Times of Israel, citando fonti della stampa libanese.
Queste ultime hanno precisato, secondo il giornale, che l’ organizzazione palestinese ha intenzione di aspettare fino alla fine della prossima settimana per la consegna del denaro (che ammonta complessivamente a 2 milioni di dollari stanziati dal 2018). Quest’ ultimo è necessario per acquistare il combustibile dell'unica centrale elettrica della Striscia, per pagare gli stipendi dei funzionari e per aiutare decine di migliaia di famiglie povere che risiedono nella enclave.
Se tutto ciò non sarà realizzato, "adotterà un'importante decisione sul cessate il fuoco" entrato in vigore due settimane fa. Potrebbe quindi usare “strumenti di pressione alla frontiera”e se necessario avrebbe la possibilità di attuare altre opzioni che potrebbero "rinnovare uno scontro su grande scala" col nemico sionista.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia