(ASI) La pace in questo paese dell’ Asia sembra purtroppo ancora un miraggio. Il bilancio dei morti accertati nell’ ex Myanmar, dall'inizio delle proteste anti – golpe attuato molti mesi fa dalla giunta militare subito dopo l’ ultimo appuntamento alle urne i cui esiti sono stati contestati ampiamente, ha raggiunto infatti quota ieri 802 morti.
La drammatica notizia è stata riferita dall'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici (Aapp). L’ ente non profit, per la difesa dei diritti umani che ha la sua base in Thailandia, ha detto che nella giornata di ieri sono state registrate altre sei vittime: si tratta di persone che erano state uccise nei giorni scorsi, ma che non erano state ancora inserite nel conteggio complessivo aggiornato quotidianamente.
E' saltato intanto l'incontro odierno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite finalizzato all’ adozione di una risoluzione non vincolante che avrebbe sospeso, con effetto immediato, qualsiasi trasferimento di armi alla Birmania. Fonti del Palazzo di Vetro di New York hanno evidenziato, ai media, che il rinvio è "a tempo indeterminato" per mancanza di un appoggio sufficiente per approvarlo.
Gli autori del testo, sottoposto all’ attenzione degli ambasciatori, "non hanno avuto il sostegno che si aspettavano" per garantire un voto a larga maggioranza, ha detto in forma anonima una persona che ha partecipato alla trattativa. Sono necessari infatti "più tempo per i negoziati, soprattutto con Asean" (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico), ha sottolineato un'altra fonte all' agenzia di stampa France Presse. La proposta era partita dal Liechtenstein e aveva ricevuto l’appoggio, fra gli altri, dell’ Unione Europea, del Regno Unito e degli Stati Uniti, per un totale di 48 Paesi ma solo uno asiatico, ovvero la Corea del Sud.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia