(ASI) Via libera in Messico alla riforma dell’industria elettrica che ha ottenuto 304 voti a favore e 179 contrari, mentre quattro deputati si sono astenuti. La riforma è stata proposta dal presidente Andrés Manuel López Obrador (Amlo) e nel dettaglio assegna alla società statale Federal Electricity Commission (CFE) maggiore peso nella gestione del settore elettrico della nazione.
Con la riforma di fatto viene cancellata la politica di privatizzazione promossa dall’ex presidente Enrique PeñaNieto, esponente del InsitutionalRevolutionary Party che ha guidato il Paese nel biennio 2012-2018.
A sostenere la riforma sono stati gli esponenti dei partiti Morena, Labour Party e Social Meeting. Dopo il via libera generale ora la discussione proseguirà alla Camera con l’esame dei singoli provvedimenti.
Il vicepresidente Gerardo Fernández Noroña ha sottolineato che la proposta del capo dello stato cerca di recuperare le risorse spiegando: “Il compagno presidente ha detto che non è venuto per rubare, ma per restituire tutto, ed è quello che facciamo con questa riforma: recuperare il Cfe per le persone e servirle”.
La riforma mira a dare allo Stato un maggior controllo sull’energia prodotta dagli impianti idroelettrici, a quella generata dalle centrali di proprietà del Cfe (nucleare, geotermica, a ciclo combinato e termoelettriche), oltre a quella derivata da parchi eolici e solari.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia