(ASI) Per i media di tutto il mondo Joe Biden è il quarantaseiesimo presidente degli USA. Addirittura è colui che ha ottenuto più voti di tutti nella storia. Tuttavia, Donald Trump anche è il repubblicano con più voti in assoluto rispetto al passato, Regan e i Bush devono mettersi in coda, persino ha stracciato l’inarrivabile Obama (solo Biden avrebbe preso più voti), e addirittura il Senato sarà a maggioranza repubblicana.
Biden si è proposto come il presidente di tutti a prescindere da stati blu o rossi. Trump, dal canto suo, non ha accettato la sconfitta e per la prima volta non c’è la consuetudine che il presidente uscente inviti quello appena eletto. Nel sistema di common law le consuetudini hanno una rilevanza non indifferente ed è sempre stato che lo sconfitto ammettesse la vittoria del suo avversario. Quest’anno non è così. Anzi, forse è solo la fine di una battaglia elettorale e l’inizio di una guerra legale, forse la più grande nella storia americana. Formalmente non si può parlare di elezione, in quanto negli stati della Georgia, dell’Arizona, del Wisconsin, della Pennsylvania pari quindi a 57 grandi elettori (cifra che potrebbe ribaltare tutto), si dovrà procedere al riconteggio immediato perché lo scarto è inferiore al 1% (addirittura in Georgia sarà a spese dello Stato in quanto inferiore allo 0,25%, mentre gli altri a spese di Trump).
Poi c’è la questione dello stato del Michigan e del presunto errore di conteggio del software. I ricorsi non sono solamente lo sproloquio di Trump, ma sono più che legittimi e qualsiasi altro candidato farebbe lo stesso. I precedenti dicono che generalmente il riconteggio non cambia mai radicalmente gli equilibri, ma Trump rincara la dose, affermando che il conteggio non è avvenuto senza i rappresentati del partito repubblicano e che negli stati chiave sono stati esclusi. A ciò si aggiunge il mistero dell’arresto di un gruppo di appartenenti a Qanon e del fatto che fossero in possesso di pacchi con schede elettorali. Altra cosa che circola nel web, anche in modo scherzoso, ma che sta trovando sempre più riscontro è il fatto che ci siano voti attribuiti a persone decedute, come anche affermato dall’avvocato di Trump, Rudy Giuliani. Fantasia trumpiana?
Errore nel sistema? O vera e propria frode? Qualcosa è comunque accaduto ed è la prima volta che ci sia stato un recupero in praticamente tutti gli stati con distacco nella notte del 3 novembre dai 300.000 ai 700.000 mila. Sicuramente il Covid ha fatto la sua parte in queste elezioni e il sistema postale potrebbe non avere retto a discapito della regolarità delle elezioni: altro giallo è che ci siano più voti che registrati. Finora le corti statali hanno negato i ricorsi di Trump, ma il Tycoon arriverà alla Corte Suprema federale. Ora bisognerà vedere se quest’ultima deciderà di esprimersi su tale ricorso. Per i giudici sarebbe più conveniente schivare un problema del genere che si vedrebbero accusati di favoritismo a Trump o di tradimento allo stesso in ogni caso. Finora mai la Corte Suprema ha ribaltato il risultato delle elezioni, ma questo 2020 è l’anno delle prime volte e in queste elezioni quanto mai controverse e anomale, tutto può succedere.