L’iniziativa è stata avviata dal Presidente della Repubblica, Borut Pahor, dal Presidente del Consiglio di Stato, Alojz Kovšca, dal Presidente della Comunità dei Comuni della Slovenia, Aleksander Jevšek, dal Presidente dell’Associazione dei Comuni della Slovenia, Robert Smrdelj e dal Presidente dell’Associazione dei Comuni Città della Slovenia, Gregor Macedoni.
A predisporre i due succitati DL per la riforma amministrativa - territoriale della Slovenia, un gruppo di esperti (http://www.pokrajine.si/people/), istituito il 13 maggio 2019, guidato dal Prof. Dr. Boštjan Brezovnik della Facoltà di Legge dell’Università di Maribor, sulla base degli artt. 121, 140 e 143 della Costituzione della Repubblica di Slovenia.
Sul sito appositamente creato dall’Istituto per l’Autonomia Locale di Maribor (http://www.pokrajine.si/events/poziv-obcinam-in-zainteresirani-javnosti-za-pripravo-pripomb-in-dopolnitev-k-osnutku-zakona-o-pokrajinah-zpok/) è stato aperto venerdì, 16 agosto 2019, fino al 30 ottobre 2019, il pubblico dibattito per dare possibilità a tutti i cittadini di partecipare inviando le proprie opinioni, suggerimenti, commenti e proposte (e-demokracija.pokrajine.si) nell’intento di raggiungere il maggior consenso sociale possibile sulla formazione delle province. Al termine del dibattito pubblico, ai sensi dell’art. 97 della Costituzione slovena, ad ottobre il Consiglio di Stato ha trasmesso alla Camera di Stato il Disegno di Legge sulle province.
A tal proposito, ha commentato Maurizio Tremul, Presidente dell' Unione Italiana con sede a Fiume "Da una prima, non ancora approfondita, lettura dei due Disegni di Legge si evince indubbiamente come nella stesura delle proposte non si sia tenuto sufficientemente conto dell’attuazione dei diritti, dello status e della posizione delle Comunità Nazionali Autoctone Italiana e Ungherese, come giustamente segnalato dai Deputati delle rispettive Comunità, Felice Žiža e Ferenc Horváth, nella loro comunicazioe del 9 luglio 2019, al Presidente del Consiglio di Stato, Alojz Kovšca (http://www.pokrajine.si/wp-content/uploads/2019/07/Italijanska-in-mad%C5%BEarska-narodna-skupnost_09.07.2019.2168_001.pdf). Nella proposta di “Legge istitutiva delle province” - ha spiegato Tremul - si fa riferimento ai diritti delle Comunità Italiana e Ungherese e a quelli dei Rom, unicamente nell’articolo 4, mentre nel Disegno di “Legge sulle province” si fa riferimento ai diritti delle Comunità autoctone solamente in 5 articoli (8, 13, 18, 19 e 55). A titolo esemplificativo viene previsto un minimo di un solo seggio specifico per Comunità, a differenza del 10% dei componenti dei Consigli municipali previsti per le autonomie locali dalla vigente legislazione, mentre la definizione degli altri diritti e l’attuazione del bilinguismo sono demandati agli Statuti delle province. E ancora: il rapporto tra la CAN, il Consiglio provinciale e i seggi specifici, la partecipazione delle Comunità autoctone agli organi esecutivi e rappresentativi (Presidente o Vicepresidente della Provincia, con l’obbligatorietà che uno di questi sia appartenente alla Comunità Nazionale Italiana o Ungherese, ecc.) non è coerente con quanto previsto dalla normativa sulle municipalità. E potremmo continuare….. Preoccupa, infine - ha commentato Tremul - un altro aspetto per noi di estrema rilevanza.
Sarebbe infatti istituita la Provincia del Litorale e dell’Interno (Primorsko-notranjska pokrajina; art. 12 della proposta di “Legge istitutiva delle province”), con il Comune-Città di Capodistria (Capoluogo), i Comuni di Postumia-Postojna (sede del Consiglio provinciale) e Sesana-Sežana (sede del Consiglio dei Comuni) e i Comuni di Ancarano, Isola, Pirano, Bloke, Cerknica, Divača, Hrpelje – Kozina, Ilirska Bistrica, Komen, Loška dolina e Pivka. Questa suddivisione - secondo Tremul - non risponde affatto alla realtà storica, culturale e identitaria del territorio e non recepisce quanto stabilito dallo Statuto Speciale annesso al Memorandum di Londra del 1954. Mi riferisco qui al punto 7 dello Statuo Speciale che recita:“Nessun mutamento dovrebbe essere apportato alle circoscrizioni delle unità amministrative fondamentali, nelle zone che vengono rispettivamente sotto l’amministrazione civile dell’Italia e della Jugoslavia, con l’intento di arrecare pregiudizio alla composizione etnica delle unità stesse”. Con questa proposta di costituzione della Provincia - ha spiegato il Presidente dell'Unione Italiana in Slovenia - gli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana dell’Istria slovena (ricordiamo che erano 2.734 gli iscritti agli elenchi elettorali particolari in occasione delle ultime elezioni parlamentari del 2018, mentre erano 3.254 gli iscritti alle Comunità degli Italiani in Slovenia in occasione delle ultime elezioni dell’Unione Italiana) si troverebbe a rappresentare l’1,63 %, rispettivamente il 2%, dell’intera popolazione della Provincia che conterebbe 167.380 abitanti, senza contare che la sede del Consiglio provinciale e del Consiglio dei Comuni si troverebbe fuori dal territorio bilingue. Da anni vado affermando che nel processo di regionalizzazione della Slovenia deve essere necessariamente rispettata la peculiarità del territorio d’insediamento storico della nostra Comunità Nazionale, in modo da recepire pienamente lo spirito e la lettera dello Statuto Speciale annesso al Memorandum di Londra del 5 ottobre 1954".
Pertanto, il Presidente dell'Unione Italiana chiede alle Istituzioni Slovene e alla comunità internazionale che "il nostro territorio d’insediamento storico deve formare una Provincia a Statuto speciale comprendente le municipalità di Ancarano, Capodistria, Isola e Pirano, in cui sia adeguatamente valorizzato il ruolo e la posizione della Comunità Nazionale Italiana stessa e in cui si affermino i valori della convivenza e del dialogo interculturale e in cui siano pienamente rispettati e attuati i diritti che ci sono riconosciuti e che ci siamo conquistati, partendo dal diritto al bilinguismo".
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia