(ASI) Con il 2019 si chiude un anno importante per la Cina che, dopo aver festeggiato i settant'anni dalla fondazione della Repubblica Popolare, è più che mai intenzionata a proseguire nel suo percorso di riforma e apertura in quella che da oltre due anni il presidente cinese Xi Jiping ha ormai indicato quale la Nuova Era, una «Lunga Marcia» dei giorni d'oggi che il Paese è chiamato a compiere per raggiungere il pieno sviluppo economico, sociale, giuridico, istituzionale, ambientale e culturale. Si tratta di una fase trentennale estesa sino alla metà di questo secolo, segnata dai due grandi centenari del 2021, quando il Partito Comunista Cinese compirà cento anni, e del 2049, quando sarà invece la Repubblica Popolare a festeggiare un secolo dalla sua fondazione.
Nel suo tradizionale discorso di fine anno, andato in onda in Cina alle 19.00 (le 12.00 in Italia), Xi Jinping ha posto l'accento sui principali traguardi raggiunti attraverso le più importanti misure di politica economica, snocciolando alcuni dati significativi nell'ambito delle «tre difficili battaglie» che da tempo stanno impegnando il governo nel contrastare la povertà, i rischi finanziari e l'inquinamento.
Quest'anno «circa 340 contee disagiate ed oltre 10 milioni di persone sono state strappate alla povertà», compiendo così un altro passo in avanti nel più generale cammino di sviluppo di un Paese che dall'inizio degli anni Ottanta ad oggi ha visto uscire da una condizione di povertà oltre 800 milioni di persone. Quello della lotta alla povertà - una condizione ormai concentrata quasi esclusivamente nelle aree rurali del Paese - è un tema dal quale il presidente non vuole discostarsi di un millimetro nemmeno tra i propositi per il 2020: «Maggiori sono le difficoltà, più dobbiamo andare avanti, rafforzare sempre più i nostri legami e gettare basi ancor più solide per vincere con determinazione la dura battaglia contro l'indigenza, strappare le contee e gli abitanti delle aree rurali alla povertà, definita secondo gli standard attuali». In materia di welfare, Xi ha inoltre ricordato che «molte tipologie di farmaci di uso comune hanno visto diminuire il loro costo».
Per quanto riguarda le aree urbane, Xi ha enfatizzato l'accelerazione impressa allo «sviluppo coordinato» delle grandi regioni metropolitane economiche strategiche del Paese, cioè l'area Pechino-Tianjin-Hebei (Jingjinji), la Cintura Economica del Fiume Azzurro (Yangtze), la Bay Area Estesa Guangdong-Hong Kong-Macao e il Delta del Fiume Azzurro (Yangtze). In tema di sostenibilità, il leader cinese ha ricordato che «la tutela ambientale e lo sviluppo di alta qualità nel bacino del Fiume Giallo sono diventate strategie nazionali» mentre «la raccolta differenziata sta guidando la nuova tendenza verso uno stile di vita a basso impatto ambientale».
Sullo sfondo di un Paese sempre più connesso dall'alta velocità ferroviaria, ormai prossima ai 30.000 km di estensione totale dopo la recentissima inaugurazione della linea Pechino-Zhangjiakou (appena 37 minuti per percorrere 174 km) pensata per le Olimpiadi Invernali del 2022, vanno avanti speditamente anche mega-progetti come la Nuova Area di Xiongan, una nuova area urbana smart e sostenibile pensata per decongestionare la regione metropolitana Pechino-Tianjin-Hebei, l'espansione del Porto di Tianjin e di numerose zone-pilota di libero scambio, a partire dalla più grande, cioè quella di Shanghai.
Nel suo discorso, Xi ha mezionato anche conquiste tecnologiche che hanno caratterizzato il 2019 come la missione Chang'e-4, chiamata ad esplorare per la prima volta nella storia il lato oscuro della Luna, il razzo vettore Lunga Marcia-5 Y3 e la nave rompighiaccio Xuelong 2. Senza dimenticare traguardi ormai prossimi quali il completamento di BeiDou, il sistema di posizionamento satellitare, ed il lancio commerciale della rete 5G, infrastruttura digitale che sta ancora facendo discutere in Europa e negli Stati Uniti ma che è destinata ad estendersi in tutto il mondo.
Ha aperto i battenti tre mesi fa, invece, un'altra struttura citata dal presidente cinese nel suo discorso, ovvero il nuovo Aeroporto Internazionale di Pechino-Daxing, scalo ultra-moderno e sostenibile, chiamato a decongestionare l'Aeroporto Internazionale di Pechino Capitale, ospitando ogni anno flussi per 72 milioni di passeggeri e 2 milioni di tonnellate di container commerciali.
Con una crescita che - se saranno confermati i trend del secondo e terzo trimestre - dovrebbe assestarsi al 6,2%, il PIL del Paese asiatico rientra ancora una volta nel target fissato dal governo cinese nel quadro della cosiddetta "nuova normalità", ovvero un valore compreso tra il 6 ed il 6,5%. Il rallentamento della corsa, cominciato tra il 2014 e il 2015, rientra infatti nel processo di trasformazione che il modello di sviluppo del Paese sta attraversando sotto la guida della riforma strutturale dell'offerta, pensata al più vasto scopo di privilegiare la qualità e la sostenibilità della crescita rispetto alla quantità e alla velocità.
Riducendo il carico fiscale su famiglie ed imprese, nonché semplificando regolamenti ed oneri amministrativi, da almeno quattro anni il governo cinese sta imprimendo una svolta cruciale per favorire i consumi interni, sempre più traino dell'economia nazionale. «Abbiamo tagliato tasse ed oneri per oltre 2.000 miliardi di yuan [circa 256 miliardi di euro, ndt] ed aumentato la soglia imponibile per l'IRPEF», ha detto Xi Jinping poche ore fa nel suo discorso.
Gli ultimi dati in materia erano stati diffusi dal ministro delle Finanze Liu Kun lo scorso 24 settembre nel corso di una conferenza stampa. Nei primi sette mesi dell'anno, il taglio delle tasse e degli oneri ha consentito alle aziende e alle persone fisiche di risparmiare globalmente circa 1.350 miliardi di yuan, pari a quasi 173 miliardi di euro. Di questi, circa 133 miliardi di tagli sono andati a vantaggio delle aziende private, a partire dal manifatturiero, settore protagonista del piano complessivo di innovazione e digitalizzazione indicato nel programma Made in China 2025.
In base ad un sondaggio realizzato dal Dipartimento Nazionale di Statistica, oltre il 70% del denaro risparmiato dalle aziende è stato reinvestito in ricerca e sviluppo, modernizzazione tecnologica o strategie di espansione. «Tagliare tasse ed oneri ha stimolato la vitalità del mercato, rafforzato la fiducia dei consumatori e potenziato la fase di crescita», aveva notato Liu. In Cina, infatti, nei primi otto mesi di quest'anno, sono nate mediamente 19.000 nuove imprese ogni giorno, soprattutto nel settore dell'alta tecnologia, che ha registrato un aumento degli investimenti del 13% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Cosa deve aspettarsi il gigante asiatico dal 2020? «Sarà un anno di importanza miliare», ha sottolineato Xi Jinping, aggiungendo: «Finiremo di costruire una società moderatamente prospera in tutti gli aspetti, realizzando così l'obiettivo del primo centenario». L'anno che sta per iniziare sarà decisivo per la «vittoria nella battaglia per l'eliminazione della povertà».
Il pensiero di Xi è andato ovviamente anche a Hong Kong e Macao, le due regioni amministrative speciali tornate alla Cina rispettivamente nel 1997 e nel 1999, dopo un lungo passato coloniale. In particolare, il 2019 sarà ricordato come l'anno delle proteste e delle violenze a Hong Kong, innescate da gruppi indipendentisti spalleggiati da diverse fondazioni e ONG occidentali. In questo senso, il 2020 dovrà essere l'anno del rilancio del principio Un Paese, due sistemi, modello di governance locale che Xi ritiene «pienamente applicabile, raggiungibile e condiviso». Ricordando le preoccupazioni vissute in questi mesi per la drammatica situazione nell'ex colonia britannica, il presidente cinese si è chiesto: «Senza un ambiente armonioso e stabile, come può la gente vivere in pace e godere dei frutti del proprio lavoro?».
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia