(ASI) “Ci siamo sentiti spronati a prendere il largo, a lasciare i lidi confortevoli dei nostri porti sicuri per addentrarci in acque profonde”: non quelle “paludose delle ideologie, ma nel mare aperto in cui lo Spirito invita a gettare le reti”. Lo ha dichiarato il Papa, durante l’Angelus domenicale di ieri, poco dopo aver celebrato l’eucaristia in conclusione del Sinodo sull’Amazzonia.

I partecipanti a quest’ultimo hanno chiesto a Bergoglio di adottare nuove iniziative, tra cui quella di consentire agli uomini sposati di celebrare la Messa. Viene da domandarsi come sia possibile ridefinire le sfide esistenti alla luce della pura logica umana ed escludendo, in maniera palese, l’analisi compiuta da Gesù quando ha detto ai suoi discepoli che “la messe da raccogliere è molta, ma gli operai sono pochi” (Lc 9,37). Il Maestro ha comunicato, subito dopo, la strada da percorrere per superare la difficoltà in questione: “Pregate dunque il padrone” che mandi questi ultimi (Lc 9,38). E’ fondamentale quindi anzitutto un’intensificazione delle orazioni per le vocazioni religiose. Non sottovalutiamo poi il bisogno di una seria rieducazione dell’Occidente verso i principi che hanno fondato la sua civiltà. La ricostruzione dei sani legami sociali, presenti prima della rivoluzione di fine anni’60 in Italia e all’estero, potrà ristabilire i valori cancellati quasi totalmente da una secolarizzazione dilagante a livello universale. Il materialismo ha dato vita ad un falso umanesimo che genera in noi l’illusione di essere i padroni di un mondo sempre più in rovina. La crisi della famiglia ha generato, con quella della scuola, un disorientamento che spinge i figli a non sentirsi appoggiati frequentemente, dai genitori, nel caso in cui scegliessero la strada del sacerdozio considerata, a differenza di un tempo dalla maggioranza dei parenti, una disgrazia piuttosto che un dono del Signore. Molte parrocchie e altre realtà ecclesiali non aiutano spesso, soprattutto i giovani, a effettuare un corretto discernimento vocazionale, diventando quasi corresponsabili della loro frustrazione psicologica. La presenza di pochi preti, in alcune nazioni anche occidentali del pianeta, risiede pure in tali cause troppo spesso dimenticate e non può essere ovviata estendendo l’accesso al ministero ad altre categorie di persone, neppure con la scusante della lotta alla povertà o di una visione profetica suggerita dal Paraclito. Come possono convergere le esigenze familiari con quelle di chi si occupa della cura delle anime? Come è possibile una profonda vita spirituale con le preoccupazioni derivanti dall’avere moglie e figli a carico? Siamo davanti a questioni che potrebbero tramutarsi in una frattura seria che danneggerebbe la diffusione del Vangelo, riportandolo ad interpretazioni comode e lontane dal suo significato autentico , come è avvenuto ad esempio in America Latina nell’epoca della teologia della liberazione, fermata da Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger, volta alla legittimazione di interessi politici contrastanti con i diritti di molti popoli. La Terza persona della Trinità non inganna la razionalità, né contraddice la Bibbia, la Tradizione Apostolica e il Magistero cattolico. Tutti questi strumenti sono depositari infatti di una saggezza millenaria che è dannoso e dunque impossibile da mutare nella sostanza. Essi sono attaccati non più da nemici esterni come fino a pochi decenni fa, ma da agenti interni al di là del Tevere che potrebbero agire prima in una fase puramente emergenziale per abituare il popolo, con l’ausilio di media ideologicamente schierati, alle nuove misure per poi trasformarle in normalità estendendole il più possibile . Un ulteriore elemento di improvvisa follia è rappresentato dalle statuette provenienti dall’Amazzonia, idolatrate nei giardini vaticani alla presenza di Bergoglio lo scorso 4 ottobre, in nome di una errata interpretazione del francescanesimo. Sono state portate, qualche giorno dopo, nella chiesa di Santa Maria in Traspontina a Roma per ulteriori atti di culto e gettate nel Tevere da alcuni fedeli arrabbiati per l’iniziativa promossa dagli organizzatori. Il successore di Pietro ha chiesto perdono, in qualità di vescovo della città, per la mancanza di rispetto avvenuta nei confronti della cultura di quel popolo. Non ha considerato però il dilagare di una deriva panteistica e di una protestantizzazione che rompono il corretto dialogo ecumenico portato avanti da Benedetto XVI, san Giovanni Paolo II e dai loro predecessori. Il terremoto, che si è propagato, rischia di addomesticare le esigenze della vita cristiana a una mondanità che le è contraria, definendo in modo meno marcato il concetto di sacrilegio in riferimento alla partecipazione scorretta ai sacramenti. L’impianto ideologico viene così legittimato in nome di una misericordia offerta a tutti, indipendentemente dal livello di pentimento del peccatore che chiede perdono a Dio. Saranno necessari così meno sforzi del singolo a convertirsi al proprio Credo, a causa della presenza di indicazioni interpretate in forma meno rigida e poco divina. Lo scenario delineato è ben lontano dal disegno salvifico manifestato in pienezza dal Crocefisso nel Venerdì Santo e nella Domenica di Risurrezione. Lo stravolgimento in corso, che coinvolge anche le fonti con cui questo torrente di grazia giunge fino a noi, se approvato dall’inquilino di Santa Marta procurerà ferite di ampia portata. Auspichiamo che non avvenga un sempre più temuto scisma. Un pontefice dovrebbe riuscire ad evitarlo, costruendo ponti senza svendere al contempo l’identità della fede professata. E’ inutile nascondere che ci troviamo in una fase potenzialmente destabilizzante di un ordine strutturale che ha garantito la convivenza pacifica, seppur con qualche polemica, delle diverse sensibilità del mondo cattolico e più in generale cristiano. Situazioni particolarmente critiche sono state risolte, in passato, dai Concili. Non è il caso forse di convocarne uno nuovo in Vaticano, il terzo, per cercare soluzioni equilibrate, nell’interesse di tutti, a partire dalle indicazioni fornite da Cristo, colui che è Via, Verità e Vita?

Marco Paganelli - Agenzia Stampa Italia

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