(ASI) Due razzi sono caduti vicino all'ambasciata degli Stati Uniti, ieri sera a Baghdad, senza causare danni o vittime. Lo ha reso noto un comunicato stampa dell'esercito iracheno.
I militari hanno specificato che un paio di colpi di mortaio sono esplosi, all'interno della zona verde della capitale dove sorge la struttura diplomatica Usa, mentre un terzo è finito nel fiume Tigri. Non è la prima volta che si verificano episodi simili, nell’area, la cui paternità è stata attribuita spesso all’Iran. Molti analisti hanno notato che l’azione ostile è avvenuta proprio mentre il leader di Teheran, Hassan Rohani che si trova a New York per partecipare all’Assemblea generale annuale dell’Onu, stava rilasciando dichiarazioni relative al proprio impegno volto alla diminuzione della tensione in Medioriente. C’è attesa per il discorso che terrà, davanti agli altri 192 Capi di Stato e di governo riuniti al palazzo di vetro nella Grande Mela, per illustrare il suo piano di pace che sarà caratterizzato dalla richiesta, alle forze straniere, di abbandonare la regione. L’opzione potrebbe essere bocciata però dagli Stati Uniti e dai loro alleati, soprattutto dopo la scelta di Washington di attribuire, con alta probabilità alla Repubblica Islamica, la paternità degli attacchi contro gli impianti di greggio, più importanti del mondo, situati in Arabia Saudita. Altri soldati del Pentagono sono in arrivo qui e negli Emirati Arabi Uniti, dopo una richiesta esplicita di aiuto di entrambi i governi nel fronteggiare ulteriori possibili minacce. Anche Germania, Gran Bretagna e Francia hanno accusato formalmente, con una nota congiunta diramata nelle ultime ore, il paese degli Ayatollah per il lancio di vettori, dello scorso 14 settembre, che ha causato il panico sulle piazze finanziarie di tutto il mondo e sul mercato dell’oro nero. Parigi ha ribadito tuttavia l’importanza di una soluzione diplomatica della crisi e la necessità di raggiungere un nuovo accordo sul nucleare, dopo le conseguenze provocate dal ritiro della Casa Bianca e dei Pasdaran. Il tentativo di mediazione del numero uno dell’Eliseo, Emmanuel Macron, è stato respinto da Donald Trump che ha ripetuto di non voler avviare altri negoziati per riscrivere il documento.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia
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