(ASI) Roma - Il 30 agosto del 2009 tra mille cerimoniali e altrettanti annunci trionfalistici veniva firmato a Roma il trattato di amicizia tra l’Italia e la Libia di Gheddafi. Tra i vari articoli di questo documento ce ne è anche uno quanto mai importante che stabilisce che il giorno della firma, il 30 agosto appunto, sia dichiarato "Giornata dell’amicizia italo-libica".
A due anni di distanza da quel giorno l’Italia, in compagnia delle cosiddette democrazie occidentali, è impegnata in una tutt’altro che onorevole guerra d’aggressione proprio ai danni della nostra ex colonia con l’obiettivo dichiarato di abbattere Gheddafi, un politico magari non troppo ortodosso che da venti anni a questa parte ha attratto i politici italiani di destra, centro e sinistra che in più occasioni si sono piegati alle sue richieste. Dopo 5 mesi e mezza di guerra neocoloniale, mascherata da guerra civile, la Libia è ormai quasi totalmente in mano ai ribelli che hanno accerchiato Gheddafi, una serie di eventi che avrà a breve ripercussioni negative per le tante aziende italiane che hanno importanti interessi economici nel paese nord africano.
Nonostante ciò a Roma si è svolta ieri pomeriggio una manifestazione presidio per cercare di rilanciare l’amicizia tra le due nazioni e dare in qualche modo sostegno al legittimo governo libico. Il presidio si è svolto davanti alla Farnesina in modo del tutto pacifico ed ha visto una discreta partecipazione ed adesione.
Tra i vari interventi che si sono susseguiti particolarmente interessanti sono parsi quelli dell’ex senatore Fernando Rossi e del giornalista Stefano Vernole. Nel corso di questi interventi sono stati ricordati i vari crimini di guerra commessi dai ribelli e spesso attribuiti, con la complicità di media compiacenti, ai lealisti rimasti fedeli non solo a Gheddafi ma soprattutto all’idea di una Libia libera e sovrana e come la no fly zone sia stata più volte violata e superata in questi mesi, ricordando che in questi mesi, contrariamente a quanto annunciato a marzo, e come candidamente ammesso di recente dal nostri ministro degli Esteri, Franco Frattini, truppe della Nato hanno preso parte anche ad operazioni di guerra violando la risoluzione Onu che ha dato il via alle operazioni di guerra.
Proprio in riferimento a questo ultimo punto durante il suo intervento Vernole ha annunciato che Eurasia ed altre associazioni presenteranno a breve una denuncia per questa violazione.Unico neo della manifestazione il mancato assenso, da parte della Questura capitolina, a permettere una pacifica sfilata dei partecipanti sotto le finestre dal ministero degli Esteri. Le autorità capitoline si sono giustificate sostenendo che questo non era previsto nella preventiva autorizzazione richiesta alla Questura di Bologna dove il comitato aveva espletato le formalità burocratiche. A quel modo il comitato promotore senza dar vita a sterili polemiche ha avvisato i manifestati che hanno preso atto, a malincuore della decisione, ed hanno continuato il presidio pacificamente come era iniziato.