(ASI) Un attacco americano contro il Venezuela è imminente e potrebbe durare settimane, ma ciò dipenderà dalla resistenza. Lo riportano i media del governo di Caracas, citando non meglio precisate fonti attendibili. Aerei da ricognizione del Pentagono sono già stati segnalati, intanto, vicino alla costa caraibica.
L’autoproclamato presidente, Jhuan Guaidò, ha organizzato cortei, il 4 maggio dalle 16 (ora italiana), nei pressi delle – ha scritto su Twitter - “principali unità militari in tutto il Paese. In pace e senza cadere in provocazioni”. La delicatissima situazione è stata discussa, nel frattempo, nel corso di una lunga telefonata odierna, durata oltre un’ora, tra il leader di Washington e il suo omologo di Mosca. Donald Trump ha riferito, al termine della conversazione, che il suo interlocutore Vladimir Putin gli ha detto che “non vuole essere coinvolto nella crisi venezuelana, ma desidera restarne fuori” . Il Cremlino ha reso noto, sul proprio sito internet, che lo zar ha ribadito che i tentativi di cambiare il governo in loco, con la forza, “minano le prospettive di una ricomposizione politica della crisi”. I rispettivi ministri degli Esteri, Sergej Lavrov e Mike Pompeo, si incontreranno il 6 maggio in Lapponia per affrontare la tematica in questione e tante altre su cui persistono notevoli divergenze.
N.B. Agenzia Stampa Italia continuerà a seguire l’evoluzione della grave crisi venezuelana ed è pronta, in qualsiasi momento, a effettuare aggiornamenti in tempo reale nel caso in cui la situazione dovesse seriamente peggiorare. Le ultime notizie riportate nell’articolo non lasciano presagire sicuramente nulla di buono, ma auspichiamo che prevalgano la diplomazia e la ragione da tutte le parti coinvolte negli eventi in corso.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia