(ASI) “In questo momento i Faes sono nella mia casa, stanno cercando Fabiana”. E’ l’allarme lanciato, ieri pomeriggio, da Juan Guaidò durante il discorso programmatico che stava pronunciando nella sede dell'Università di Caracas.
Il numero uno del parlamento ha denunciato così che l'unità di elite della polizia, del paese sudamericano, è alla ricerca di sua moglie che era presente invece, con lui, all’incontro. Il trentacinquenne ha avvertito poi alla fine dell’evento, su Twitter, che considererà il "cittadino Nicolas Maduro" responsabile per qualsiasi azione ai danni di suo figlio che ha 20 mesi. Il consigliere per la sicurezza nazionale americano, John Bolton, ha condannato duramente la provocazione e alcune fonti, della Casa Bianca, hanno minacciato conseguenze per coloro che l’hanno compiuta. Gli Usa non hanno escluso, nei giorni scorsi, un ipotetico intervento militare nell’area se l’attuale capo di Stato, a cui la Russia ha promesso pieno sostegno, attaccherà il giovane oppositore sostenuto da Washington insieme, dalle scorse ore, dal parlamento europeo (ma non all’Italia). La giornata odierna è stata caratterizzata da notizie inerenti al dispiegamento di aerei militari, soprattutto di sorveglianza, del pentagono fuori da Bogotà. La mossa potrebbe precludere ad eventuali azioni belliche proprio in Venezuela. E’ stata liberata, intanto, l’attivista italiana Laura Beatriz Gallo arrestata, il 23 gennaio scorso, mentre partecipava a una manifestazione contro il governo guidato da Maduro.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia