(ASI) È durato poche ore il sogno dell’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva di tornare in libertà. Dias Toffoli, presidente della Corte Suprema Federale del paese indio-latino ha infatti sospeso l’ordinanza emessa dal giudice della Corte suprema del Brasile (Stf), Marco Aurelio Mello che rendeva possibile scarcerare i condannati la cui sentenza non sia stata convalidata fino al terzo grado di giudizio. Subito i media locali avevano fatto notare la decisione avrebbe avuto tra i suoi beneficiari anche l'ex presidente attualmente in carcere per una sentenza d'appello su un reato di corruzione e riciclaggio di denaro sporco.
La decisione di Toffoli è giunta dopo l’appello presentato dal capo procuratore generale Rachel Dodge, che ha ritenuto che il decreto ingiuntivo potrebbe causare "gravi lesioni per l'ordine e la sicurezza" della nazione.
Il giudice dell'STF, Marco Aurelio Mello, aveva autorizzato il rilascio di tutti i detenuti condannati in seconda istanza che avevano ancora appelli giudiziari in corso, supportato dall'articolo 283 del codice di procedura penale, che stabilisce che una pena detentiva può essere eseguita dopo il cosiddetto "transito in tribunale", quando tutti i processi di ricorso sono stati completati.
La sentenza di Mello, che proteggeva la presunzione di innocenza, avrebbe rimesso in libertà circa 169mila detenuti. Non appena Mello aveva emesso la sua decisione il Partito dei lavoratori (PT) aveva chiesto formalmente di rimettere in libertà di Lula alla Camera della Corte Federale di Curitiba dodicesima.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia