(ASI) - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si incontreranno nella residenza estiva del leader del Cremlino Vladimir Putin a Sochi, sul Mar Nero, per il terzo faccia a faccia tra i due capi di Stato in tre settimane per discutere l’imminente offensiva siriana su Idlib, l’ultima roccaforte in mano a ribelli e jihadisti in Siria.
Due settimane fa, i due leader non erano riusciti a trovare un compromesso al vertice trilaterale con il presidente iraniano Hassan Rouhani a Teheran. Ma proprio le divergenze con la Turchia avevano convinto la Russia, Paese alleato del regime siriano di Bashar al-Assad, a rinviare l’attacco finale sulla località a ridosso del confine turco.
Erdogan ha più volte paventato il rischio di una catastrofe umanitaria e di una nuova ondata di profughi verso il suo Paese, che ospita già oltre tre milioni di siriani. Pericolo ribadito anche alla vigilia della partenza. “Se la situazione a Idlib resta com'è, i risultati saranno pesanti. Dobbiamo trovare una soluzione con la Russia e le forze della coalizione per impedire che accada ciò”, ha affermato Erdogan parlando con i giornalisti sul volo che lo ha riportato in patria dopo una visita in Azerbaijan. "L’esito del nostro incontro con Putin sarà importante. Verso fine mese mi recherò anche all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e in Germania. È mio desiderio che, grazie alle decisioni positive prese in questi incontri, porteremo la situazione a un nuovo livello".
"La conversazione continuerà perché la situazione è seria e, diciamo così, ci sono alcune differenze negli approcci", ha ammesso Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino. "La situazione a Idlib è difficile, i negoziati proseguiranno".
Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia