(ASI) Con la riforma strutturale dell'offerta avviata circa tre anni fa, la leadership cinese ha voluto imprimere una svolta significativa alla fase economica della nuova normalità. L'adeguamento dei livelli di crescita ad un ritmo medio compreso tra il 6,5 ed il 7% non ha semplicemente segnato una razionalizzazione quantitativa della produttività del Paese asiatico, ma ha inciso profondamente sul processo di riconversione e trasformazione qualitativa dell'industria.
La riforma delle grandi aziende statali, i provvedimenti finalizzati alla semplificazione dei regolamenti e degli oneri amministrativi e la riduzione dell'imposizione fiscale sulle imprese e su una serie di beni e servizi, hanno l'obiettivo di fare della Cina un Paese sempre più business-friendly, in linea con i contesti più avanzati del mondo.
L'ultima decisione in ordine di tempo è arrivata ieri, nel corso di un vertice esecutivo del Consiglio di Stato, presieduto dal primo ministro Li Keqiang, per effetto della quale - come riportato da Xinhua - il governo ha tagliato oneri fiscali per un totale di 60 miliardi di yuan (circa 9,5 miliardi di dollari) ad un triplice scopo: stimolare l'innovazione, incoraggiare l'imprenditorialità e promuovere lo sviluppo delle micro e delle piccole imprese. Da qui al 31 dicembre 2020, infatti, queste ultime potranno godere di un innalzamento della soglia imponibile sul reddito da 500.000 yuan ad 1 milione di yuan. Secondo un criterio analogo, la soglia di detraibilità una-tantum per nuovi strumenti ed attrezzature nell'ambito della ricerca e dello sviluppo è stata innalzata da 1 a 5 milioni di yuan.
Secondo le stime del primo ministro, non solo un vasto numero di piccole imprese vedranno così dimezzata la pressione fiscale ma importanti novità riguarderanno anche gli investimenti in venture capital e gli investitori informali, con l'estensione a livello nazionale degli incentivi già previsti in otto aree-pilota del Paese - tra cui la regione Pechino-Tianjin-Hebei, la municipalità di Shanghai, la Provincia del Guangdong ed il Parco Industriale di Suzhou - grazie ad una soglia di deducibilità fissata al 70% dell'investimento iniziale.
Fra le altre novità, compaiono poi l'abolizione dell'esclusione delle spese per le ricerche commissionate all'estero dalle detrazioni sull'imposizione addizionale e, in attesa della definitiva approvazione da parte della Commissione Permanente dell'Assemblea Nazionale del Popolo, l'aumento da 5 a 10 anni del limite temporale per il riporto delle perdite fiscali, a vantaggio delle aziende hi-tech e delle piccole e medie imprese attive nel settore tecnologico. Inoltre, tutte le imprese «vedranno le detrazioni fiscali per i costi relativi alla formazione del personale aumentare dall'attuale 2,5% all'8%, ovvero la stessa quota già prevista per le aziende hi-tech».
«I tagli e gli incentivi fiscali sono due facce della stessa medaglia, entrambi possono catalizzare innovazione», ha detto Li Keqiang in occasione del vertice, ponendo l'accento sull'importanza di creare le migliori condizioni possibili per gli investimenti, compresi quelli esteri, al cui riguardo era stato lo stesso presidente Xi Jinping ad annunciare una nuova fase di ulteriore apertura del mercato interno durante la relazione tenuta al summit dell'ultima edizione del Forum di Boao per l'Asia, svoltosi, come da copione consolidato, nella provincia insulare di Hainan durante la prima metà di aprile.
La manovra appena approvata segue un pacchetto di provvedimenti finalizzati alla riduzione fiscale per 400 miliardi di yuan nell'intero 2018, introdotta dal Consiglio di Stato lo scorso 28 marzo. In quell'occasione, la leadership cinese aveva approvato anche una riduzione dell'IVA. Dal prossimo primo maggio, infatti, le due aliquote previste per diversi beni e servizi in Cina scenderanno rispettivamente dal 17% al 16% e dall'11% al 10%. Oltre a questo, il Consiglio di Stato aveva annunciato cambiamenti anche per quanto concerne le soglie di registrazione IVA, nel tentativo di adeguare quelle previste per i beni a quelle previste per i servizi.
Agevolare le imprese è per la classe dirigente del Paese asiatico uno strumento orientato al raggiungimento di un obiettivo preciso: stimolare l'innovazione come fattore-chiave per l'incremento della competitività ed il raggiungimento di elevati standard di qualità in relazione sia ai beni che ai servizi, per un mercato composto da oltre 1,3 miliardi di consumatori, dei quali oltre la metà urbanizzati e sempre più consapevoli ed esigenti.
La centralità dell'innovazione è stata ribadita dallo stesso Xi Jinping durante una visita presso la Diga delle Tre Gole, il più grande progetto idroelettrico al mondo ed una delle più imponenti opere infrastrutturali del pianeta. «La Cina non avrebbe raggiunto una sua capacità trainante se si fosse affidata altri Paesi per costruire la diga», ha sottolineato Xi, richiamando così l'importanza di sviluppare una capacità di innovazione indipendente.
La visita del capo di Stato nei pressi di Yichang, dove si erge la gigantesca infrastruttura, si è svolta nell'ambito di una tre-giorni trascorsa dal presidente cinese lungo la Cintura Economica del Fiume Azzurro, il più lungo della Cina ed il quarto al mondo, che dà luogo ad un bacino idrografico enorme, esteso per oltre 6.400 km dall'Altopiano del Tibet sino a Shanghai, passando per centri importantissimi come Chongqing, Nanchino e Wuhan.
Proprio a Wuhan, giovedì, Xi Jinping ha ribadito l'importanza di puntare su una crescita di alta qualità: «Nello sviluppo della cintura economica, la chiave di lettura sta nell'affrontare in modo appropriato la relazione tra il progredire nel complesso ed il compiere svolte in settori fondamentali, tra la protezione ambientale e lo sviluppo economico, tra il delineare un piano generale ed il compiere sforzi incessanti, tra il liberarsi dai vecchi motori della crescita ed il crearne di nuovi, tra lo sviluppo individuale e quello coordinato».
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia