(ASI) “Non si può sparare un missile senza carburante” pertanto “la Cina deve interrompere ogni fornitura” alla Corea del Nord.
Lo ha dichiarato oggi il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, l’ex generale McMaster, durante il discorso che ha tenuto al Regan National Defense Forum, a Simi Valley, in California.
Ha esortato così Pechino ad esercitare il suo “tremendo potere coercitivo”, agendo in fretta “nel proprio interesse”, dato che “il rischio di una guerra cresce ogni giorno” e che le opzioni diplomatiche si stanno esaurendo. “Ci sono modi, per affrontare la questione, diversi dal conflitto armato – ha spiegato -, ma è una corsa perchè non rimane molto tempo”.
Washington ha risposto con tale monito alle accuse di ieri di Pyongyang che aveva definito il presidente, Donald Trump, “un demone che sta implorando una guerra nucleare”. Il regime ha ribadito però, stamane, che gli Stati Uniti e la Corea del Sud sono sempre più vicini alle ostilità col suo esercito.
La nuova escalation verbale è seguita alla decisione di quest’ultimo di effettuare un nuovo test missilistico, nonostante il divieto espresso in numerose risoluzioni dell’Onu. Il vettore balistico intercontinentale, lanciato martedì scorso vicino Pyongyang e caduto in prossimità delle acque territoriali giapponesi, sarebbe stato in grado di colpire anche il territorio nordamericano e soprattutto la capitale Washington. Preoccupa la risposta a tutto questo, ovvero l’ esercitazione congiunta del Pentagono e di Seoul, che inizierà domani nonostante la contrarietà di Mosca e Pechino e terminerà l’8 dicembre, con un numero di mezzi mai visto. Saranno impiegati, infatti, 230 jet militari, tra cui sei potentissimi F22 raptor invisibili ai radar giunti nelle ultime ore in Corea del Sud, dislocati in otto basi e almeno 12 mila soldati Usa. Tale ennesima prova di forza ha come scopo quello di convincere la Corea del Nord ad abbandonare il proprio programma nucleare, in quanto è ritenuto pericoloso dall’intera comunità internazionale. Kim Jong Un rimane apparentemente, tuttavia, sulle sue posizioni nonostante il dialogo diretto, avviato nelle settimane scorse con Washington, Pechino e Mosca. Questi sforzi non avrebbero prodotto, tuttavia, gli esiti sperati e quindi tutte le opzioni continuano a rimanere sul tavolo. La Casa Bianca ha fatto sapere, ultimamente, che dispone di un numero non indifferente di ordigni atomici, così come il regime nordcoreano. Tali frasi hanno generato preoccupazione in tutto il mondo rispetto all’esito finale di questo pericoloso confronto. Tutto ciò viene aggravato dalla decisione, delle parti coinvolte, di non accettare la proposta del “doppio congelamento”, suggerita da Russia e Cina, che prevede la cessazione contemporanea dei test nordcoreani e delle esercitazioni militari di Stati Uniti e Corea del Sud. “A Washington qualcuno vuole provocare la Corea del Nord”, ha tuonato pochi giorni fa il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, in una conferenza stampa congiunta col suo omologo italiano Angelino Alfano.
La situazione sembra essere, così, senza via di uscita e in questo clima di incertezza è arrivato l’allarme di Papa Francesco: “Oggi con l'arsenale nucleare così sofisticato – ha spiegato Bergoglio ai giornalisti durante il suo viaggio di ritorno a Roma dal Myanmar - si rischia la distruzione dell'umanità, o almeno di gran parte dell'umanità, perché le armi sono più sofisticate e capaci di distruggere le persone senza toccare le strutture”.
Marco Paganelli -Agenzia Stampa Italia
Foto By U.S. Army Public Affairs - Army Capabilities Integration Center, U.S. Army Training and Doctrine Command. 2014., Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=39261575