(ASI) «Per favore, date voce alla nostra sofferenza di fronte ai vostri politici e attraverso i vostri mezzi di comunicazione». Questo l’appello del patriarca siro-cattolico Ignace Yousif III Younan ai rappresentanti di 30 ong europee nel corso di un incontro organizzato nei giorni scorsi a Bruxelles da Aiuto alla Chiesa che Soffre e dalla Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea (COMECE).
Il patriarca ha espresso la sua viva preoccupazione in merito alle sanzioni economiche imposte dall’Ue al governo siriano, il cui termine è stato fissato al giugno 2018. «Questo provvedimento sta causando molte sofferenze al popolo siriano che oggi dipende totalmente dal sostegno delle associazioni caritative cattoliche. Spero che l’Europa ponga al più presto fine a tutto questo. Vi prego di farvi portavoce di questo messaggio presso i vostri governi: a pagare le conseguenze delle sanzioni non è la classe politica, ma la povera gente!».
Nel corso della riunione il prelato siriano ha chiesto ai rappresentanti delle ong di aiutare i siro-cattolici, a lungo vittime di forze straniere. «Siamo sempre stati leali al nostro paese, nel quale siamo nati e al quale apparteniamo. Ma siccome non abbiamo alcuna milizia o ambizioni territoriali, la gente pensa che dobbiamo essere d’accordo con qualsiasi decisione o che sia facile sopraffarci. Per noi è questione di vita o di morte. Se non ci fossero state organizzazioni legate alla Chiesa come Aiuto alla Chiesa che Soffre, la nostra comunità sarebbe scomparsa».
Ad interloquire con i 30 rappresentanti delle ong, vi era anche l’arcivescovo siro-cattolico di Aleppo, monsignor Antoine Denys Chahda, che ha descritto l’attuale situazione della martoriata città siriana, dove la distruzione e la miseria sono ovunque. «I missili non cadono più ma ciò non significa che la guerra sia finita».
Quest’anno Aiuto alla Chiesa che Soffre dedica la propria campagna di Natale ai cristiani di Aleppo.