(ASI) Berlino- La corsa di Angela Merkel non si ferma nemmeno alla quarta curva, la più insidiosa, la più dura da affrontare. Il rallentamento è stato forte, la Cdu ha perso circa l’8% dei voti rispetto alle elezioni del 2013, ma il 32,9% ha permesso ai cristianodemocratici di vincere e riproporre la Cancelliera uscente, ed entrante, come capo dell’esecutivo, ancora una volta.
La risposta delle urne sarà ricordata per il crollo della Spd di Martin Schulz (-4,9%) e la consacrazione di Alternative für Deutschland (Afd), i populisti di estrema destra che hanno conquistato 95 seggi attestandosi come terza forza partitica tedesca. Nel complesso si allontana la possibilità di una grande coalizione, con Schulz che preferisce il passaggio all’opposizione dei socialdemocratici e prende quota la cosiddetta Jamaica Koalition. Viene chiamata così dai colori dei tre partiti di governo che la formerebbero, gli stessi della bandiera Giamaicana: il nero di Cdu-Csu, i Verdi e il giallo che rappresenta i liberali di Fdp, appena rientrati in parlamento. Il problema di Merkel sarà ora mettere in armonia tutte le parti, che non la pensano allo stesso modo su molti temi.
Dalle urne emerge un forte rigetto degli schemi della politica tradizionale, come in altri Paesi europei. Molte piazze piene in occasione dei comizi elettorali avevano illuso la Spd, mentre tanti che hanno votato l’ultradestra hanno preferito non esprimere la propria preferenza in occasione dei sondaggi. Il Paese vuole cambiare rotta, sentitosi minacciato dai forti flussi migratori, ma ripone ancora una volta fiducia nella sua Cancelliera. Sì Merkel, ma con un occhio a destra.
Record storico del 13%. Questo è invece il grande risultato di Afd, ora guidato dalla 38enne Alice Weidel e dal 76enne Alexander Gauland, che nei mesi scorsi avevano estromesso dalla leadership Frauke Petry, per aver provato a dare al partito una linea più moderata a livello nazionale. In molti hanno protestato davanti al loro quartier generale di Berlino. «Neonazisti! Fuori il nazionalismo dai nostri confini!», hanno gridato, ma la replica dei militanti è chiara: «A noi il voto di chi vuole sicurezza e meno immigrati».
Senza dubbio la tendenza politica in Europa favorisce ancora i movimenti populisti, ma le politiche di apertura di Merkel nei confronti dell’immigrazione non sono state benviste anche da molti votanti centristi. Il passo indietro della Cancelliera è stato invece accettato di buon grado, mentre la stessa Afd sarà costretta a fare i conti con le sue incongruenze.
Un movimento in difesa della famiglia tradizionale non potrà continuare a ignorare la vita privata di Weidel, ora che lei stessa sta diventando una star della politica. Il volto nuovo della destra radicale è lesbica e sposata con una cittadina svizzera nata in Sri Lanka, insieme alla quale ha due figli. Dall’altra parte, i vertici del partito sono molto fermi a respingere ogni paragone con il nazismo, sebbene gran parte della propaganda si regga proprio su questa fascinazione, una tendenza neonazi che in Germania finora non aveva mai trovato spazio.
Angela Merkel resta così protagonista di un Paese che macina record politici ed economici, ma il tragitto da seguire non sarà più così in discesa. Tanta attenzione ai temi europei erano garantiti dalla piena governabilità fra le mura nazionali. Ora che questa è in bilico, alla Cancelliera invincibile sarà chiesto uno sforzo inedito in una nuova battaglia.
Lorenzo Nicolao – Agenzia Stampa Italia