(ASI) Roma- Il progressismo esiste. In un 2017 dove i muri sono tornati di moda, c’è ancora chi vuole costruire ponti. Il G7 di Taormina non è stato solo il teatro delle divergenze, ma anche quello del rilancio.
Il protagonista indiscusso di questa controtendenza è Justin Trudeau, primo ministro canadese giovane e dinamico. Accompagnato dalla moglie Sophie Grégoire, Trudeau non ha partecipato solo al vertice siciliano, ma ha visitato le zone terremotate del Centro Italia come Amatrice, ha incontrato il premier italiano Paolo Gentiloni a Villa Madama, si è confrontato con il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e altri personaggi dell’imprenditoria italiana, come Sergio Marchionne (Fca) e Veronica Squinzi (Mapei).
Un visita ricca di appuntamenti, nella quale ha ricevuto in regalo anche la maglia di Francesco Totti. «Oh my God», ha risposto a James Pallotta, che lo definiva il Totti canadese. Intesa forte anche con la presidente della Camera Laura Boldrini, a cui ha detto «sono femminista», regalandole un sorriso mai visto prima.
Tra Taormina, Roma e Amatrice Trudeau ha lanciato dei segnali importanti che vanno in direzione opposta rispetto alle divergenze di Trump con l’Unione Europea. «Dobbiamo collaborare e siamo orgogliosi dell’entrata in vigore del Ceta», rassicurando i partner economici sull’accordo di libero scambio tra Ue e Canada. Il testo, ratificato dal parlamento canadese lo scorso 17 maggio, aumenterà le esportazioni italiane di solo formaggio da 3mila a oltre 18mila tonnellate all’anno. Secondo Federalimentare l’abbattimento delle dogane favorirà un commercio che già nel 2016 valeva 770 milioni di euro, 340 di sola vendita di vino, birra e liquori. Dalla sua parte il Canada esporterà in Europa bovini, grano, maiali e mais.
Non solo economia. C’è intesa anche su clima e immigrazione, oggi non scontata conoscendo le posizioni di Donald Trump e di molti Paesi europei. «Spero Washington sappia decidere saggiamente sull’accordo di Parigi, è l’unica soluzione per salvaguardare l’ambiente», ha detto Trudeau. «Anche i flussi dei migranti sono un problema serio» ha ribadito, «ma tornare a scelte politiche del passato non rappresenta la soluzione».
Stesso parere anche per il ministro canadese per il commercio internazionale François-Philippe Champagne, che ha accompagnato a Roma il suo presidente. Queste le sue parole al Sole24Ore: «Il Canada sarà sempre una voce progressista nello scacchiere internazionale. Il mercato deve favorire tutti e non escludere nessuno. Un esempio è proprio il Ceta, che abbatterà oltre 9mila barriere tariffarie e agevolerà 1,5 miliardi di consumatori, anche nel Regno Unito come membro dell’Ue, fino a quando la Brexit non prenderà forma. Poi penseremo a nuove forme di intesa. Anche negli Stati Uniti Trump non interromperà dall’oggi al domani i rapporti con noi. Siamo il primo cliente economico degli Usa, protagonisti di un’area di libero scambio che dura da più di 20 anni. Posizione privilegiata per cominciare qualsiasi discussione».
Lorenzo Nicolao – Agenzia Stampa Italia