(ASI) La Bolivia di Evo Morales su schiera con il Venezuela dopo che gli Usa hanno chiesto ai paesi della regione di prendere la distanze da Caracas che non sarebbe più un paese democratico invocando perfino lo spettro di un intervento armato.
Secondo la Bolivia la volontà di Washington minaccia l'unità dell'America Latina e dei Caraibi e violano il diritto internazionale, come si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri di Sucre; il governo sudamericano ha anche invitato i paesi della regione e del mondo a lavorare per l'unità dei venezuelani, facendo ripartire il dialogo tra le parti e rilancio lo sviluppo futuro. Mercoledì il Tribunale Supremo di Giustizia (Tsj), fedele al presidente Nicolas Maduro, ha di fatto esautorato il parlamento e si è auto-attribuito le sue funzioni. Una mossa che l'opposizione - maggioranza nell'assemblea nazionale - ha subito definito "un colpo di Stato in piena regola" chiamando i cittadini in piazza a partire da sabato. Il presidente del Parlamento ha anche lanciato un appello alle Forze armate "perché appoggino il parlamento, cioè il popolo".
L’Alta Corte ha stabilito che, dato che l'Assemblea si trova in uno stato di "ribellione ed oltraggio" rispetto alle sue decisioni, "le competenze parlamentari saranno esercitate direttamente dalla Sala Costituzionale del Tsj per garantire lo Stato di diritto". Il Tribunale supremo considera ogni azione del Parlamento nulla ed illegale, perché esistono denunce di brogli sull'elezione di tre deputati dell'opposizione dello stato di Amazonas nelle politiche di dicembre del 2015.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia