(ASI) Sarà realizzato il gasdotto tra Venezuela e Trinidad & Tobago di cui i due paesi stanno discutendo da tempo. Questo partirà da Campo Dragon nello stato del Sucre nel nord del Venezuela e terminerà a Hibiscus nell’arcipelago indio-latino.
L’accordo definitivo è stato firmato dalla Pdvsa, la compagnia petrolifera statale venezuelana e la Ngc, la compagnia di Trinidad & Tobago e dall’olandese Shell. La notizia del raggiungimento dell’accordo è stata data da Eulogio Del Pino, presidente della Pdvsa. Il gasdotto dovrebbe in futuro essere utilizzato anche per la commercializzazione del gas con altri paesi della regione indio-latina.
A firmare l’accordo, oltre a Del Pino, sono stati il ministro del Petrolio venezuelano Nelson Martinez, dal rappresentante del primo ministro di Trinidad & Tobago, Stuart Young, il presidente del paese caraibico, Gerry Brocks; e il presidente di Shell per entrambi i paesi, Luis Prado.
Da circa 4 anni si parla di un gasdotto tra i due paesi distanti tra loro appena 11 chilometri nell’ottica dell’internazionalizzazione dell’economia del piccolo stato.
A partire dagli anni ’80 il paese ha abbandonato le politiche stataliste che lo avevano caratterizzato aprendo la strada agli investimenti esteri e inaugurando una nuova stagione di politiche economiche che hanno fatto del piccolo arcipelago “la tigre dei caraibi”.
Grazie anche ai flussi di capitali provenienti dall’estero e diretti principalmente al settore petrolifero e a quello del gas naturale, le due isole possiedono oggi uno dei più alti Pil pro-capite dell’America Latina.
L’intenso sfruttamento dei giacimenti petroliferi ha portato un progressivo impoverimenti dei giacimenti delle due isole mentre il gas naturale rappresenta la principale risorsa produttiva del Paese, e la crescente importanza assunta dal gas a livello mondiale i governi caraibici hanno ipotizzato la realizzazione di un gasdotto in grado di collegare Porto of Spain alle altre isole caraibiche. I primi progetti in tal senso risalgono ad oltre un decennio fa.
Con riserve stimate per oltre 380 miliardi di metri cubi, T&T risulta, ad oggi, tra i primi quindici Paesi esportatori di gas naturale, e il suo principale utilizzo è relativo al settore del Gnl, gas naturale liquefatto. Il Gnl, che diviene tale in seguito a particolari trattamenti di depurazione e decompressione, permette di diminuire notevolmente il volume del gas e, di conseguenza, facilita e riduce i costi di trasporto: per tale ragione gli impianti di Gnl rappresentano la migliore alternativa ai gasdotti, soprattutto per quel che riguarda trasferimenti di lunga distanza. Al contrario per tratte ridotte risulta maggiormente economico il trasporto via gasdotto che non necessità dei 3 passaggi costitutivi del Gnl: liquefazione, shipping (ovvero trasporto attraverso navi metaniere) e rigassificazione.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia