Sta di fatto che il gruppo francese azionista di maggioranza dell'azienda agroalimentare di Collecchio, ha lanciato un'Opa (offerta pubblica di acquisto) sul resto del capitale non in suo possesso. Il prezzo proposto è di 2,6 euro per azione. Lo rende noto la società francese motivando l'operazione «anche a seguito del mutato quadro normativo successivo all'acquisto della propria partecipazione del 28,969 per cento». Il titolo Parmalat è stato sospeso in Borsa, per essere riammesso alle 9.40, orario in cui ha fatto segnare un incremento del 10,73% a 2,56 euro. L'offerta viene lanciata sul restante 71,031% del capitale e il controvalore massimo dell'offerta è dunque pari a 3,37 miliardi di euro. Il gruppo Lactalis-Parmalat dovrebbe realizzare un giro d'affari pro forma di circa 14 miliardi di euro diventando il primo gruppo mondiale nei prodotti lattiero-caseari. Parmalat resterebbe quotata alla Borsa di Milano. Il Gruppo sottolinea il presidente Emmanuel Besnier in una nota: «procederà, se necessario, al ripristino del flottante sufficiente ad assicurare il regolare andamento delle negoziazioni».
Cosa ha mosso Lactalis a fare questa Opa? Un'Opa che rivoluziona lo scenario attuale dove il governo italiano era impegnato a favorire tramite azioni legislative e non, l'arrivo di una cordata italiana che potesse prendere il controllo della società. Il gruppo francese Lactalis, nel documento dell'Opa inviato alla Consob, spiega che la decisione di acquisire il controllo di Parmalat, «al fine di perseguire una proficua integrazione delle rispettive attività», è stata presa «a seguito del mutato quadro normativo e della possibile evoluzione dell'assetto azionario di Parmalat».
Inoltre con la promozione dell'Opa totalitaria, Lactalis, azionista con il 28,969% di Parmalat, si punta ad invogliare ii detentori del titolo a cederlo, offrendo agli attuali azionisti un'opportunità più favorevole rispetto a quelle registrate negli ultimi mesi.