(ASI) Berlino – Una nuova amara sconfitta si aggira nella Germania per Angela Merkel. Ancora le elezioni regionali divengono la tribuna su cui la Cancelliera tedesca è costretta a far sfilare i malumori che crescono in tutta la maggioranza di Governo e nel suo stesso partito.
Nella domenica di 4 settembre, si sono svolte le elezioni nel länder Meclemburgo-Pomerania anteriore. Il vento del malcontento non ha risparmiato nessuno dei partiti di Governo. Vince le elezioni il Partito Socialdemocratico di Germania (Sozialdemokratische Partei Deutschlands; S.P.D.) con il 30,6%, perdendo il 5% rispetto alle precedenti elezioni. Ma il “malconcio”, vittima principale del malcontento politico che come un colpo di maglio si è abbattuto su di esso, è il partito alleato dei socialdemocratici in regione quanto al Bundestag a Berlino, l’Unione Cristiano-Democratica di Germania (Christlich Demokratische Union Deutschlands; C.D.U.) e di cui la Merkel è Presidente. Il 19% dei voti hanno raggiunto i cristiano-democratici: un tracollo impressionante, il loro peggiore risultato nel länder. Una sconfitta per l’Unione Cristiano-Democratica di Germania particolarmente dolorosa, dato che nella regione si trova il collegio elettorale di Angela Merkel.
Se i socialdemocratici possono tirare un timido sospiro di sollievo, se la C.D.U. è in profonda crisi, c’è comunque chi festeggia. C’è comunque chi ha utilizzato il terremoto politico come forza propulsiva per la sua ascesa. Con il 20,8% dei voti, strappando il posto di secondo partito alla C.D.U., si attestano i nazionalisti di Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland; A.f.D.). Il partito fortemente euroscettico ed anti-immigrazionista, ha fatto leva sulla crisi economica e sull’immigrazione, riscuotendo un grande appoggio dai cittadini di Meclemburgo-Pomerania anteriore. Le tematiche che i nazionalisti hanno adoperato nella campagna elettorale sono divenute il vero oggetto della contesa politica. Tanto da portare anche i socialdemocratici e i cristiano-democratici ad asserire dure critiche sulla politica di Berlino in merito ai flussi migratori. Erwin Sellering, il Presidente regionale uscente appartenente al S.P.D., durante la campagna elettorale aveva affermato: «La Cancelliera ha una grande responsabilità per la crescita di A.f.D.. L’afflusso di oltre un milione di rifugiati è stato sottovalutato. Molte persone hanno gravi preoccupazioni e timori legittimi. È stato ed è un errore enorme agire così, come se questa politica non avesse un’alternativa». Mentre i cristiano-democratici, nella persona della loro candidata Lorenz Caffier, questa estate lanciavano una campagna per vietare il burqa in tutta la Germania, nel tentativo – anche loro come i socialdemocratici – di arrestare l’emorragia di voti diretti verso le tesi anti-immigratorie dei nazionalisti.
Dunque una nuova vittoria per l’A.f.D., come nelle precedenti elezioni di marzo in Baden-Württemberg, Renania Palatinato e Sassonia-Anhalt. Dove l’A.f.D. raggiunge rispettivamente il 15,1%, il 12,6% e il 24,2%.
La leader dei nazionalisti, Frauke Petry, soprannominata da molti come “la Le Pen tedesca”, sull’onda del vittorioso risultato si scaglia contro il Governo di Berlino con parole di fuoco: «Merkel e l’S.P.D. illudono i cittadini, che si tratti di finanza o di crisi dei migranti sono sul punto di liquidare questo Paese e per questo le persone votano Afd… Per Angela Merkel è un tonfo non solo a Berlino ma anche nel suo collegio elettorale del Meclemburgo». Parlando della politica immigratoria della Merkel, la leader nazionalista aggiunge «La sua catastrofica politica sull’immigrazione ha oscurato tutti gli altri campi della politica».
Dal G20 in Cina, Angela Merkel dichiara di essere «molto scontenta» per l’esito delle elezioni. Già in forte contrasto con alcune componenti del Governo e con molti nella C.D.U. stanchi del suo “Cesarismo”, ora per la Cancelliera tedesca la situazione si aggrava ulteriormente.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia