(ASI) Madrid – La paralisi politica in Spagna dura da ben 8 mesi. Tempo nel quale gli spagnoli sono stati chiamati due volte alle urne proprio a causa di risultati elettorali che non rendevano possibile nessun governo stabile.Elezioni queste ultime che hanno sancito anche la fine dell’”eterno” bipolarismo tra socialisti e popolari, e che ha portato alla ribalta i movimenti di contestazione come Podemos di Pablo Iglesias Turrión.
Ora dopo le ultime elezioni di giugno, l’accordo per la creazione di un governo sembra essere raggiunto. Il Premier incaricato Mariano Rajoy, leader dei popolari del Partido Popular, ha registrato l’appoggio di Albert Rivera segretario del liberale Ciudadanos. Rivera aveva posto come necessarie al suo appoggio all’Esecutivo le richieste dei liberali in riguardo a misure per la lotta alla corruzione (con revoca di immunità agli indagati, fine degli indulti, inchiesta parlamentare sui casi di corruzione che hanno riguardato recentemente il P.P.), e una riforma elettorale più proporzionale. Richieste che Rajoy ha accettato, anche per ridare un volto di “moralità” al Partito Popolare dopo lo scandalo sulle corruzioni che lo ha investito.
La nascita di questo nuovo Governo verrà stabilita in due date. Il 31 agosto Mariano Rajoy si rivolgerà ai deputati del Parlamento per chiedere l’appoggio al suo Governo di minoranza. L’accordo siglato con Ciudadanos, porterebbe i deputati favorevoli al vigente Premier al numero di 169 su 350: di cui 137 popolari e 32 liberali di Rivera. Ma il sostegno di Ciudadanos potrebbe non bastare, infatti servono ancora i voti favorevoli di 7 deputati. Nell’eventualità che il Governo non raggiunga la maggioranza assoluta – la quale si ottiene con la metà degli aventi diritto al voto più uno – allora la votazione verrebbe ripetuta il 2 settembre, alla quale in tal caso basterebbe la sola maggioranza semplice, ovvero almeno la metà dei votanti più uno. Per questa seconda evenienza diventerebbero decisivi gli astenuti, dei quali ne servono almeno 11.
I socialisti di Pedro Sánchez, che detengono 85 seggi, sono combattuti al loro interno. Divisi tra chi non vuole dare il suo appoggio agli storici rivali popolari e chi vorrebbe lasciar governare Mariano Rajoy per non rischiare di andare nuovamente alle urne. Infatti una bocciatura anche di questo Governo, porterebbe il Paese a nuove elezioni – le terze in quasi un anno – presumibilmente verso il periodo natalizio. In pochi sono propensi a farsi carico di questa scelta, che potrebbe essere un duro colpo politico al proprio partito.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia