(ASI) Washington – La corsa alla presidenza della Casa Bianca, si sta facendo sempre più combattuta. Molte sono state le vicendevoli battute sfociate fino a veri e propri attacchi personali, che i due candidati a Presidente degli Stati Uniti d’America si sono scambiati.

Hillary Clinton e Donald Trump proprio non se le risparmiano. La leader dei democratici americani ha più volto accusato il suo rivale repubblicano di essere un folle, un pericolo per la sicurezza e la pace in America, e di essere – che da quella parte del mondo suona come l’offesa per eccellenza – nientepopodimeno che “amico di Mosca”. Trump neanche lui ci va leggero, e sulla scia delle recenti indagini che hanno riguardato la Clinton sull’incriminazione per l’uso di un server privato di posta elettronica quando era Segretaria di Stato, accusa di corruzione la rivale democratica in riguardo alla chiusura delle indagini su di essa. Donald Trump, infatti, accusa la Clinton di aver corrotto il Procuratore generale della Giustizia, Loretta Lynch. Per il candidato repubblicano, Lynch non avrebbe incriminato la Clinton in cambio della promessa di mantenerla alla guida della Giustizia in caso dell’elezione della democratica alla Casa Bianca. «Ha detto che la nominerà di nuovo Procuratore generale della Giustizia, e il Procuratore sta decidendo se sia colpevole o meno. Caspita quanto è stata veloce questa decisione, wow... Gente, questa è corruzione» – così ha parlato Trump in un comizio a Cincinnati, in Ohio.

Ma l’attacco più pesante che il candidato repubblicano ha fatto, è quello rivolto oltre che a Hillary Clinton, a Barack Obama. Accusandoli entrambi di essere “cofondatori dello Stato Islamico”. Nella città di Fort Lauderdale, in Florida, il magnate Trump nel suo comizio ha dichiarato che «l’I.S.I.S. onora Obama. E’ lui il fondatore dell’I.S.I.S., il fondatore, ok? E direi che la corrotta Hillary Clinton è la cofondatrice».
Accuse pesanti per i democratici che hanno governato ininterrottamente negli ultimi due mandati presidenziali. Accuse che però non sono fondate sul nulla, visto che ormai sono molti i documenti che attestano la partecipazione dei servizi segreti U.S.A. nell’appoggio di molte formazione armate che poi avrebbero ingrossato le fila dello Stato Islamico in Siria. Come ormai non è più un segreto l’aiuto che è stato fornito direttamente ai jihadisti del Califfato da molti alleati degli Stati Uniti in quella regione: tra cui spiccano Turchia e Arabia Saudita.

Accuse che arrivano contemporaneamente all’annuncio riportato dall’agenzia di stampa giordana Petra News, dove il Principe saudita Mohammed bin Salman ha dichiarato che l’Arabia Saudita ha finanziato oltre il 20% della campagna presidenziale di Hillary Clinton.

Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia

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