(ASI) Vienna – Un nuovo grattacapo per i tifosi “europeisti” dell’Unione Europea. Il ballottaggio in Austria tenutosi il 22 maggio, deve essere rifatto.
Lo ha stabilito – con sentenza – la Corte Costituzionale austriaca, accogliendo il ricorso che i nazionalisti del “Freiheitliche Partei Österreichs” (Partito della Libertà; F.P.Ö.) avevano presentato subito dopo il voto che aveva visto sconfitto il proprio candidato Norbert Hofer.
Il sentore di eventuali brogli si era già manifestato subito dopo le elezioni. Infatti lo scarto di voti che aveva visto vincere il candidato de “I Verdi” (Die Grünen), Alexander Van der Bellen, a scapito di Hofer, era veramente minimo. Un esiguo numero di 31.000 schede di elettori austriaci che avevano votato all’estero – ovvero solo l’0,7% – allontanarono dalla storica vittoria i nazionalisti austriaci, dopo che erano risultati primi al primo turno. La Corte Costituzionale non ha parlato di “brogli”, ma di “non corretto svolgimento del processo elettivo” e quindi “errori formali”. Ma nonostante questo, rimane sconcertante il fatto che in alcune località abbia votato il 146% degli elettori.
Comunque il dato concreto è che in Austria le elezioni presidenziali devono essere rifatte nuovamente. E’ il primo caso dal 1947 per la Repubblica d’Austria.
Dopo la “Brexit”, ora c’è un nuovo colpo per gli europeisti e i loro alleati. Si prevede che le prossime elezioni si terranno tra settembre e ottobre. I nazionalisti, già in continua ascesa nello Stato austriaco, sulla scia dell’irregolarità e dell’ipotetico broglio fatto a loro scapito e ai danni del voto popolare, potrebbero aggiudicarsi – per la prima volta – il posto della Presidenza della Repubblica. Dando così alla politica filo-U.E. un nuovo colpo nella sua già scossa situazione.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia