(ASI) La valanga della Brexit continua a far sentire i propri effetti. Dopo la ripresa della borsa di Londra che ha determinato la caduta di tutti gli scenari socio – economici fin ora delineati in caso di uscita di un paese dall’eurozona, le conseguenze politiche non si sono fatte attendere.
Gruppo Visegràd: dimissioni per Juncker e riforma dell’eurozona
A finire nel mirino degli euroscettici è stato Jean Claude Juncker, presidente della commissione europea. Gli euroscettici in questione sono il cosiddetto “Gruppo di Visegràd” formato da Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria che di fatto ne detiene la posizione di predominanza. I paesi del Gruppo di Visegràd hanno accusato il presidente della commissione europea di aver causato la Brexit in seguito ad un atteggiamento eccessivamente rigido nei confronti di Londra. Per questo hanno chiesto le immediate dimissioni di Juncker dalla carica di presidente della commissione europea. Parallelamente lo stesso “Gruppo Visegràd” ha dato inizio ad una serie di consultazioni per ottenere la permanenza del Regno Unito in Europa. L’idea è che forzando la mano alla leadership Euro-Tedesca, questa possa fare ampie concessioni a Londra. Queste concessioni di fatto verrebbero a costituire un precedente, che sarebbe di fatto poi giuridicamente, e politicamente, sfruttabile anche dagli altri paesi dell’eurozona onde avviare una vasta riforma dell’U.E. in senso anti - burocratico e anti – centralista mirando a strappare la leadership alla Germania e ad una redistribuzione dei poteri a tutti i governi dell’eurozona in senso federale. Il conseguimento di tale obbiettivo porterebbe con se anche un ridimensionamento del potere della Bce. Tale scenario ha però già incontrato l’alt della Germania, la quale ha ribadito, assieme a Juncker, che non saranno fatte concessioni di alcun genere al Regno unito, e che anzi si attende l’uscita ufficiale di quest’ultimo dall’U.E. entro settembre.
Trump e il futuro dell’eurozona. “Renzi irrilevante”
Se in Europa dunque gli euroscettici mirano all’apertura di un fronte riformatore che porti ad una nuova fase per l’Unione, dall’America il Donald Trump non ha dubbi –“Francia, Italia e Spagna sono i prossimi candidati ad uscire dall’Unione, ma non saranno i soli. Ce ne sono molti che potrebbero creare una propria versione della Brexit”. Per il magnate newyorkese, candidato del partito repubblicano alle presidenziali di autunno, non vi sono dubbi sul “destino” dell’U.E. “Sono stati commessi troppi errori in materia di politica monetaria e d’immigrazione. L’intero mondo è in tumulto per colpa di questa leadership e di quella americana” – ha spiegato Trump nel corso di un intervista al quotidiano La Stampa. Nel corso dell’intervista, Trump non ha risparmiato un affondo alla cancelliera Angela Merkel . “La stimavo. Le ho sempre fatto i complimenti fino a quando non ha preso la sciagurata decisione sull’accoglienza dei rifugiati. Ha trasformato il suo paese in un luogo da cui la gente se ne vuole andare”. Quando gli è stato fatto notare che molti leader europei, tra cui Matteo Renzi, hanno dichiarato apertamente il proprio appoggio a Hilllary Clinton, e preso posizione contro di lui, il magnate newyorkese ha replicato –“Renzi? Non lo conosco neppure. Non mi importa perché è irrilevante”.
Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia