(ASI) Londra – Dopo il voto di giovedì, che hanno visto la Gran Bretagna uscire dall’Unione Europea, sono state immediate le reazioni da parte dei due leader che in questi mesi si sono contrapposti sul Referendum nel Paese: David Cameron e Nigel Farage.
Il Premier Cameron ha annunciato le sue dimissioni a fronte del risultato emerso dal Referendum, durante la conferenza stampa di oggi ha così commentato l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea:
«Il paese ha appena partecipato a un esercizio democratico gigantesco, forse il più grande della nostra storia. Oltre 33 milioni di persone da Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord e Gibilterra hanno tutte potuto dire la loro. Dovremmo essere orgogliosi del fatto che, in queste isole, abbiamo fiducia nelle persone in queste grandi decisioni.
Il popolo britannico ha votato per lasciare l’Unione Europea, e la sua volontà deve essere rispettata.
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno preso parte alla campagna dalla mia parte, compresi tutti coloro che hanno messo da parte le differenze di partito per sostenere quello che credevano fosse l’interesse nazionale. E mi permetto di congratularmi con tutti coloro che hanno preso parte alla campagna per il Leave.
La volontà del popolo britannico deve essere rispettata. Non è stata una decisione presa alla leggera, anche perché tante cose sono state dette da tante organizzazioni diverse in merito al significato di questa decisione. Quindi non ci può essere alcun dubbio sul risultato.
Vorrei rassicurare i mercati e gli investitori che l’economia della Gran Bretagna è forte, e vorrei anche rassicurare i britannici che vivono in paesi europei, e i cittadini europei che vivono qui, che non ci saranno cambiamenti immediati nelle vostre situazioni. Non ci sarà nessun cambiamento ora nel modo in cui la nostra gente può viaggiare, ne come le nostre merci possono muoversi, o il modo in cui i nostri servizi possono essere venduti.
Ora dobbiamo prepararci per una trattativa con l’Unione europea. Questo dovrà coinvolgere in pieno i governi della Scozia, Galles e dell’ Irlanda del Nord al fine di garantire che gli interessi di tutte le parti del nostro Regno Unito siano tutelate. Ma soprattutto, ciò richiederà una leadership forte, determinata e impegnata.
Ho sempre creduto che dobbiamo affrontare le grandi decisioni, non evitarle. È per questo che abbiamo formato il primo governo di coalizione in 70 anni, per risollevare la nostra economia dal baratro. E’ il motivo per cui abbiamo svolto un referendum giusto, legale e decisivo in Scozia. Ed è il motivo per cui ho fatto la promessa di rinegoziare la posizione della Gran Bretagna nell’Unione europea, e di svolgere un referendum sulla nostra appartenenza, ho portato a termine tutti questi impegni.
Ho combattuto questa campagna nell’unico modo che conosco: direttamente e con passione; dicendo quello che penso e sento con la testa, il cuore e l’anima. Non mi sono risparmiato. Sono stato assolutamente chiaro circa la mia convinzione che la Gran Bretagna è più forte, più sicura e stia meglio all’interno dell’Unione Europea. E ho detto chiaramente che il referendum era su questo e solo questo, non sul futuro di ogni singolo uomo politico, me compreso. Il popolo britannico ha preso una chiara decisione di prendere una strada diversa, e dunque credo che il Paese richieda una leadership fresca per portarlo in questa direzione.
Farò tutto quello che posso, come Primo Ministro, per stabilizzare la nave nelle prossime settimane e mesi, ma non credo che sarebbe giusto per me cercare di essere il capitano che guida il nostro Paese alla sua prossima destinazione. Non è una decisione che ho preso alla leggera. Ma credo che sia nell’interesse nazionale avere un periodo di stabilità, e quindi una nuova leadership è necessaria.
Non c’è alcuna necessità di un calendario preciso oggi, ma a mio avviso si dovrebbe puntare ad avere un nuovo Primo Ministro in carica entro l’inizio della conferenza del partito conservatore nel mese di ottobre. Fornire stabilità sarà importante, e continuerò a svolgere il mio incarico come Primo Ministro per i prossimi tre mesi.
Continueremo anche portare avanti la legislazione importante sulla quale ci siamo impegnati di fronte al Parlamento nel discorso della Regina.
Una trattativa con l’Unione europea avrà bisogno di iniziare con un nuovo Primo Ministro, e penso che sia giusto che il nuovo Primo Ministro prenda la decisione su quando far scattare l’articolo 50 e avviare il processo formale e legale per lasciare l’Unione Europea.
Sarò presente al Consiglio europeo della prossima settimana per spiegare la decisione presa dal popolo britannico e la mia decisione.
Anche se lasciare l’Europa non era il percorso che ho consigliato, io sono il primo a elogiare la nostra forza incredibile. Ho detto prima che la Gran Bretagna può sopravvivere al di fuori dell’Unione Europea, e, infatti, troveremo un modo. Ora che è stata presa la decisione di lasciare, abbiamo bisogno di trovare il modo migliore, farò tutto il possibile per aiutare. Io amo questo paese, e mi sento onorato di averlo servito, e farò tutto il possibile in futuro per aiutare il successo di questo grande paese. Grazie mille.
Diversa la reazione di Nigel Farage, leader del partito populista e nazionalista inglese UKIP, ritenuto il vincitore politico del Referendum britannico del 23 giugno.
Il commento di Farage dopo la vittoria:
«C’è un sogno che irrompe nell’alba di oggi un Regno Unito indipendente, questa sarà una vittoria per la gente vera una vittoria per la gente comune, una vittoria per la gente perbene.
Spero che questa vittoria faccia crollare questo progetto fallimentare e ci porti ad un’Europa di Stati sovrani che commercino insieme, che siano amici, che collaborino insieme e che ci si sbarazzi della bandiera, dell’inno di Bruxelles e tutto ciò che è andato storto.
Facciamo si che il 23 Giugno entri nella storia come il nostro giorno dell’Indipendenza».
Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia