(ASI) Londra – Manca meno di un mese al referendum del 23 giugno dove gli elettori britannici saranno chiamati a votare sulla permanenza o meno del Regno Unito nell'Ue. Gli ultimi sondaggi effettuati da Bloomberg, Financial Times ed Economist, hanno visto aumentare il margine a favore della permanenza del Regno Unito in Europa.
Lo schieramento Pro-Ue, da tempo ha attivato una massiccia campagna informativa relativa ai rischi della moneta e alla possibile recessione del Paese.
Erik F. Nielsen, Responsabile della ricerca Economica di Unicredit dichiara che nel caso in cui il voto sia per l’uscita dall’Ue, questa potrebbe generare una grande incertezza per almeno due anni, tempo necessario per ridisegnare i ra pporti tra le due parti. Il biennio genererebbe un periodo di recessione con un indebolimento della sterlina che provocherebbe inoltre un ribasso di crescita per l’intero globo nel 2017 dello 0,5-1% dall’attuale +1,6%. Inoltre anche la Gran Bretagna ne risentirebbe calcolando circa 3,6 punti percentuali di ribasso sul Prodotto Nazionale.
Nel frattempo il Premier Cameron si schiera a favore dell’Ue dichiarando che "Lasciare l'Unione europea minaccerebbe la nostra sicurezza economica e nazionale” – aggiunge il Premier britannico - "Non amo Bruxelles, amo il Regno Unito e sono il primo a dire che ci sono molti modi in cui l'Europa deve migliorare. Non ho mai detto che il nostro Paese non possa sopravvivere fuori dall'Europa. Noi siamo il Regno Unito e siamo in grado di realizzare grandi cose, questa non è la domanda nel referendum. La domanda è stiamo meglio dentro un'Europa riformata o staremmo meglio per conto nostro?".
David Cameron ha inoltre sottolineato che la Gran Bretagna sarà "più sicura, più forte e più prospera in un'Europa riformata".
Anche George Osborne, Ministro delle finanze, dichiara – “Abbiamo i benefici del libero scambio senza i costi dell'Eurozona, abbiamo i benefici della libertà di circolazione e di lavoro, abbiamo la sicurezza di essere all'interno dell'Unione Europea senza essere legati da una unione più stretta".
Contro la Brexit anche il Premier Scozzese, Nicola Sturgeon, pronto nel caso in cui Londra uscirà dall'Ue, a far tornare ai seggi la Scozia per l'indipendenza.
Dall’altra parte c’è il fronte dei favorevoli alla Brexit, rappresentati da sei componenti del governo, 5 Ministri e un sottosegretario che voteranno a si alla Brexit.
Michael Gove, membro del partito Conservatore, Lord Cancelliere e segretario di Stato della Giustizia del Regno Unito ha dichiarato “la Brexit rappresenta la via per un futuro migliore" insieme a lui sono favorevoli i ministri del Lavoro, Iain Duncan Smith, Theresa Villiers, della Cultura, John Wittingdale, e il leader della Camera dei Comuni, Chris Grayling. Anche il leader della destra populista dell'Ukip, Nigel Farage, è pienamente a favore della Brexit: "Il 23 Giugno è la nostra opportunità d'oro, lasciamo che la battaglia sia condivisa. Cameron continua a dirci che la Gran Bretagna starebbe meglio in un'Europa riformata. Ma non riesce a cogliere che non c'è alcuna offerta di Unione europea riformata.
Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia