(ASI) Continuano i combattimenti in Libia con le truppe di Gheddafi che stanno cercando di recuperare le città in mano ai ribelli filo statunitensi e le diplomazie delle “grandi democrazie mondiali” studiano il da farsi.
È infatti in corso a Parigi un apposito G8 dei ministri degli Esteri che ha per argomento il fermento nella nostra ex colonia. Eccezion fatta per la Cina che non può prendere posizione contro il, presunto, mancato rispetto dei diritti umani gli altri Stati politicamente corretti più potenti ci saranno tutti ad iniziare dalla lobbycrazia statunitense rappresentata dal segretario di Stato Hilary Clinton, ovvero la moglie di chi nel 99 andò a bombardare la Serbia in nome della pace, della democrazia e della giustizia sociale.
In prima fila ovviamente l’Italia, fino a ieri pronta a baciare la mani al rais libico ed oggi tra i primi a salire sul campo dei presunti vincitori denunciando il trattato di amicizia italo-libica firmato solo due anni fa da questo stesso esecutivo. A rappresentare Roma il titolare della Farnesina l’ultra atlantico Franco Frattini, che con un atteggiamento molto pilatesco ha già fatto sapere di essere pronta a seguire ogni decisione europea, anche il possibile intervento armato, purché condivisa da e lasciando intuire che non sarà certo lui a far mancare l’unanimità.
La Francia insisterà nuovamente sulla possibilità di imporre una zona vietata agli aerei sul territorio libico con il ministro Alain Juppè che ha più volte applaudito alla decisione della Lega Araba che ha chiesto l'imposizione della zona di interdizione al volo sul Paese.
Frattini in questi giorni ha lavorato molto dietro le quinte tessendo rapporti con il suo omologo russo Serghei Lavrov, ed i vertici della diplomazia atlantica.
Difficile che da questo vertice possa venire una qualche soluzione alla soluzione libica.
Quei paesi che fino a ieri facevano affari d’oro con Gheddafi ed il petrolio libico oggi lo hanno abbandonato e sembrano pronti a legarsi mani e piedi ai rivoltosi per ottenere il prezioso oro nero ad un prezzo migliore ed egemonizzare il gas nord africano. Insomma, nulla di nuovo sul fronte occidentale.