(ASI) Sembrano tornati i tempi della guerra fredda, i tempi di una Russia (allora Urss) il cui peso in politica estera era misura fondamentale negli equilibri politici europei e mediterranei.

La storia non può dimenticare immagini come quelle dei conflitti arabo – israeliani, dove decine di carri armati degli allora nuovi modelli T-54 , T-55 e T-62, in sfilata sulle piazze o in manovra sula campo di battaglia, costituivano la misura del trionfo o della sconfitta delle nazioni arabe mediterranee sostenute dall’allora Urss. Ora le immagini di quei conflitti degli anni 50, 60 e 70 dove la misura della vittoria delle forze armate israeliane veniva misurata sulla quantità di carcasse di Mig delle aviazioni arabe distrutti in volo o al suolo. Adesso, a oltre trenta anni di distanza dall’ultimo coinvolgimento in grande stile della Russia nello scacchiere mediterraneo, in quella che fu definita prima Guerra del Libano, la Russia di Putin è tornata a reclamare il suo ruolo di attore principale dello scacchiere mediterraneo.

Venerdì scorso è infatti stato annunciato un accordo con Cipro che permetterà alla flotta russa mediterranea di avere nella strategica isola del Mediterraneo orientale, una base d’appoggio per soste, rifornimenti e manutenzione. Ovviamente questa notizia non ha mancato di destare forti preoccupazioni da parte della Nato e della Ue soprattutto perché l’isola ospita ormai da anni installazioni militari occidentali.  

Altra fonte di perplessità per la Nato è stato l’annuncio di Putin di voler scendere in campo personalmente per combattere l’Isis. Tale intenzione è stata infatti presentata ufficialmente presso l’Onu ed è in attesa di risposta. Da parte occidentale le reazioni sono state piuttosto tiepide, ma non viene escluso di prendere in considerazione l’ingresso della Russia nella coalizione anti- stato islamico.

Cenusa Alexandru Rares – Agenzia Stampa Italia

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