(ASI) Con il 54% dei voti, la quota più bassa da lui ottenuta, Hugo Chavez è stato confermato dai venezuelani, dopo 14 anni di potere ininterrotto, presidente del Venezuela. Fino al 2018 quindi il novello Bolivar continuerà a guidare il progresso di una nazione passata in pochi anni, sotto la sua saggia guida, dalla povertà ad essere uno dei principali attori sulla scena mondiale.
Altri sei anni quindi per convincere il suo popolo, immediatamente ringraziato non appena i risultati sono diventati ufficiali, a lasciarlo alla guida del Paese, in barba alla Costituzione da lui stesso varata, fino al 2030, bicentenario della morte del suo idolo Simon Bolivar. Sempre che le cure cui si sta sottoponendo nelle cliniche cubane arrestino il tumore che lo ha colpito.
Mai come questa volte le opposizioni, prezzolate dagli Usa, avevano sperato di realizzare il colpaccio e togliere di mezzo il loro più grande rivale nella regione indio-latina, avevano perfino diffuso sondaggi che volevano il risultato in bilico. Alla fine però le politiche sociali di Chavez attuate attraverso le missioni bolivariane hanno avuto la meglio ed a Caracas potranno continuare a sognare un mondo migliore.
Nonostante la vittoria resta però l'incapacità di Hugo Chavez di riuscire a creare una nuova classe dirigente che presto o tardi riesca a prendere il suo posto, un aspetto questo imprescindibile per permettere al chavismo di sopravvivere al suo fondatore.
Fabrizio Di Ernesto- Agenzia Stampa Italia
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