(ASI) C’è un Sud anche al Nord, caro Governatore Zaia, pensi a Belluno e a Rovigo, ad esempio.
Più o meno così il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia, ha fatto capire al Doge veneto che la stagione dell’autonomia anticamera dell’indipendenza e della secessione è chiusa per sempre, ma se si vuole ragionare di lotta alla diseguaglianza tra territori ovunque queste diseguaglianze si appalesino allora il filo dell’autonomia può essere riannodato. Bisogna capire, insomma, qual è la direzione e avere, quindi, piena consapevolezza che se non si copre il buco storico di dieci anni di trapanazione a senso unico del bilancio pubblico, scavando e estraendo risorse senza intelligenza e senza pudore a favore dei ricchi e a scapito dei poveri, ogni ragionamento di autonomia è fuori dalla Costituzione e dalle regole fondanti del vivere civile e priva il Paese delle pre-condizioni necessarie per la crescita economica e sociale di una nazione. Abbiamo stima di Boccia per quello che è il suo impegno politico e le dimostrate capacità di analisi, ma gli riconosciamo soprattutto il merito di avere condiviso tra i politici italiani l’operazione verità lanciata da questo giornale sulla ripartizione della spesa pubblica allargata tra Nord e Sud. È stato promotore e primo firmatario dell’interpellanza parlamentare, sottoscritta da tutti i deputati meridionali del Pd, con cui si è chiesto conto al Tesoro dei 60 e passa miliardi, in proporzione alla popolazione, sottratti incoscientemente alle comunità meridionali e regalati alle comunità settentrionali nella spesa sociale (scuola e sanità) e in quella per le infrastrutture (trasporti).
Sappiamo che ha piena consapevolezza della delicatezza della materia che gestisce e con lui lì nulla si potrà muovere se prima non si definiscono i livelli essenziali di prestazione e i fabbisogni standard e, cioè, se prima non si sana la ferita della Spesa Storica che è entrata con la lama affilata di una spada nel corpo vivo delle donne e degli uomini meridionali. Arrivando a dimezzare il loro livello di reddito pro capite rispetto a quello settentrionale e mettendo, di fatto, le basi perché in Italia ci siano cittadini di serie A e di serie Z e l’intero Paese rischi di precipitare nella spirale perversa della doppia recessione e della marginalizzazione della sua economia. Un incubo che Zaia e Fontana, Governatori di Veneto e Lombardia, da noi soprannominati in arte il “Paglietta” e il “Gallo”, hanno ostinatamente ignorato chiudendosi nel loro recinto domestico di privilegi e grettezze..."
Lo scrive il Direttore del Quotidiano del Sud Roberto Napoletano
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