(ASI) E’ appena trascorso un anno da quando Papa Francesco ha indetto una giornata di preghiera e digiuno per la pace in Siria.
Nell’Angelus del 01 Settembre, il Santo Padre ricordava ai presenti in Piazza San Pietro: “vorrei farmi interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente: è il grido della pace! E’ il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato. Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitto che ci sono in questa nostra terra, ma, in questi giorni, il mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria e angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano.
Rivolgo un forte Appello per la pace, un Appello che nasce dall’intimo di me stesso! Quanta sofferenza, quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi in quel martoriato Paese, specialmente tra la popolazione civile e inerme! Pensiamo: quanti bambini non potranno vedere la luce del futuro! Con particolare fermezza condanno l’uso delle armi chimiche! Vi dico che ho ancora fisse nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi! C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza! Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all’altro come ad un fratello e di intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione. Con altrettanta forza esorto anche la Comunità Internazionale a fare ogni sforzo per promuovere, senza ulteriore indugio, iniziative chiare per la pace in quella Nazione, basate sul dialogo e sul negoziato, per il bene dell’intera popolazione siriana”.
L’accorato invito del Papa, ha trovato subito accoglienza presso il popolo cristiano e l’umanità. In quella giornata si moltiplicarono in tutto il mondo le preghiere e le richieste di pace per la martoriata nazione siriana: quando tutto sembrava perduto, la forza della preghiera è riuscita a cambiare il corso della storia. Le navi da guerra inviate per iniziare le operazioni militari, nei giorni successivi si sono allontanate, e le parti in causa hanno ceduto il passo alla faticosa via della pace e della riconciliazione.
Ma la pace è ancora ben lontana, e della Siria il mondo oggi rischia di dimenticare il dramma e le spaventose ferite, materiali e dei cuori. Anzi, l'inverno che l'ha avvolta sta investendo altri Paesi circostanti e rischia di frantumare l'intero Medio Oriente e la sua secolare tradizione di convivenza tra popoli e religioni differenti.
Cosa e chi sostiene la guerra? E’ la domanda di partenza per comprendere realmente cosa si nasconde dietro ai conflitti. Lo ha ricordato Papa Francesco incontrando i rifugiati Siriani in Terra Santa: “La radice del male è nella cupidità del denaro, che c’è in chi è attivo nella fabbrica e nella vendita delle armi”. In nome della pace, diciamo No al traffico delle armi. Ogni guerra produce morte e distruzione. A causa delle armi muoiono al giorno milioni di persone indifese e innocenti. Non bastano solo le dichiarazioni o i trattati per far finire la guerra. Occorre che gli stessi prima di firmare qualsiasi accordo, non permettano fattivamente il traffico di armi: “Cessino le violenze e venga rispettato il diritto umanitario, garantendo la necessaria assistenza alla popolazione sofferente! Si abbandoni da parte di tutti la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato. La soluzione, infatti, può venire unicamente dal dialogo e dalla moderazione, dalla compassione per chi soffre, dalla ricerca di una soluzione politica e dal senso di responsabilità verso i fratelli” (Papa Francesco ai profughi siriani e iracheni in Terra Santa).
Cosa produce la guerra? L’effetto più immediato delle conseguenza dei conflitti armati è la fuga della gente verso luoghi più sicuri. I campi profughi allestiti nei vari paesi per accogliere la moltitudine di persone scappate per trovare sicurezza, sono numerosi. Spesso diventano ricettacoli per la malavita e centro di reclutamento tra i più giovani da parte dei gruppi fondamentalisti. A più di tre anni dall’inizio della crisi, la popolazione è ormai allo stremo delle forze. Le testimonianze raccolte dipingono una situazione disperata: violenza religiosa, uccisioni brutali, arresti arbitrari, torture, rapimenti e sparizioni, stupri, distruzione di infrastrutture, scarsità di viveri ed elettricità, impossibilità di andare a scuola o di lavorare a causa delle violenze e una popolazione costretta a frequenti spostamenti.
Il Coordinamento Nazionale per la Pace in Siria, nel giorno 07 Settembre 2014, intende riproporre a tutti gli uomini di buona volontà, una giornata speciale di preghiera, di riflessione, di digiuno per il popolo siriano, aderendo alle parole del Papa:
“Quando l’uomo pensa solo a se stesso, ai propri interessi e si pone al centro, quando si lascia affascinare dagli idoli del dominio e del potere, quando si mette al posto di Dio, allora guasta tutte le relazioni, rovina tutto; e apre la porta alla violenza, all’indifferenza, al conflitto. Esattamente questo è ciò che vuole farci capire il brano della Genesi in cui si narra il peccato dell’essere umano: l’uomo entra in conflitto con se stesso, si accorge di essere nudo e si nasconde perché ha paura (Gen 3,10), ha paura dello sguardo di Dio; accusa la donna, colei che è carne della sua carne (v. 12); rompe l’armonia con il creato, arriva ad alzare la mano contro il fratello per ucciderlo. Possiamo dire che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? Possiamo dire questo: che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? No, non esiste la “disarmonia”: o c’è armonia o si cade nel caos, dove è violenza, contesa, scontro, paura”.
E’ possibile percorrere la strada della pace? Possiamo uscire da questa spirale di dolore e di morte? Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace? Invocando l’aiuto di Dio, sotto lo sguardo materno della Salus populi romani, Regina della pace, voglio rispondere: Sì, è possibile per tutti! Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: Sì, è possibile per tutti! Anzi vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, fino a coloro che sono chiamati a governare le Nazioni, rispondesse: Sì, lo vogliamo! La mia fede cristiana mi spinge a guardare alla Croce. Come vorrei che per un momento tutti gli uomini e le donne di buona volontà guardassero alla Croce! Lì si può leggere la risposta di Dio: lì, alla violenza non si è risposto con violenza, alla morte non si è risposto con il linguaggio della morte. Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace. Vorrei chiedere al Signore, questa sera, che noi cristiani e i fratelli delle altre Religioni, ogni uomo e donna di buona volontà gridasse con forza: la violenza e la guerra non è mai la via della pace! Ognuno si animi a guardare nel profondo della propria coscienza e ascolti quella parola che dice: esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore, supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore, vinci le tue ragioni di morte e apriti al dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello - penso ai bambini: soltanto a quelli… - guarda al dolore del tuo fratello, e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l’armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l’incontro! Finisca il rumore delle armi! La guerra segna sempre il fallimento della pace, è sempre una sconfitta per l’umanità. Risuonino ancora una volta le parole di Paolo VI: «Non più gli uni contro gli altri, non più, mai!... non più la guerra, non più la guerra!» (Discorso alle Nazioni Unite, 4 ottobre 1965: AAS 57 [1965], 881). «La pace si afferma solo con la pace, quella non disgiunta dai doveri della giustizia, ma alimentata dal sacrificio proprio, dalla clemenza, dalla misericordia, dalla carità» (Messaggio per Giornata Mondiale della pace 1976: AAS 67 [1975], 671). Fratelli e sorelle, perdono, dialogo, riconciliazione sono le parole della pace: nell’amata Nazione siriana, nel Medio Oriente, in tutto il mondo! Preghiamo, questa sera, per la riconciliazione e per la pace, lavoriamo per la riconciliazione e per la pace, e diventiamo tutti, in ogni ambiente, uomini e donne di riconciliazione e di pace. Così sia”.
Come partecipare alla Giornata di Preghiera per la pace in Siria?
Le modalità di partecipazione sono molteplici:
Innanzitutto accogliere l’invito alla preghiera da parte del Papa. Nelle celebrazioni parrocchiali, si può aggiungere nella preghiera dei fedeli un’intenzione speciale per la Siria, o nel momento della 'omelia' far parlare un testimone.
Organizzare momenti di preghiera e di ascolto nei gruppi giovanili, conferenze nei centri culturali, per sensibilizzarli al tema della pace.
Favorire marce pacifiche davanti ai luoghi simbolo per testimoniare il desiderio sincero della pace.
Recitare durante il giorno per la Siria la preghiera per la pace, che trovate qui sotto.
Per i credenti delle altre religioni, secondo gli usi possono favorire momenti di ascolto e preghiera per la Siria. Scrivere e-mail ai potenti della terra, affinché cessino le ostilità contro il popolo siriano. Nelle scuole chiedere ai bambini di esprimere tramite temi e disegni il dramma siriano.
Il Coordinamento Nazionale per la pace in Siria è disponibile a mettere in contatto chi intende realizzare momenti pubblici di testimonianza con relatori esperti di Siria.
MAI PIU' LA GUERRA!
PREGHIERA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AL MURO OCCIDENTALE DI GERUSALEMME
(Martedì, 12 maggio 2009)
Dio di tutti i tempi,
in occasione della mia visita a Gerusalemme,
la “Città della Pace”,
patria spirituale di Ebrei, Cristiani e Musulmani,
porto al tuo cospetto le gioie, le speranze e le aspirazioni,
le prove, la sofferenza e il dolore
di tutto il tuo popolo in ogni parte del mondo.
Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe,
ascolta il grido degli afflitti, di chi ha paura,
di chi è privo di speranza;
manda la tua pace in questa Terra Santa,
nel Medio Oriente,
in tutta la famiglia umana;
muovi i cuori di quanti invocano il tuo nome,
perché percorrano umilmente
il cammino della giustizia e della compassione.
“Buono è il Signore con chi spera in Lui,
con colui che lo cerca!” (Lam , 3,25).
PREGHIERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II PER LA PACE
(Aula della Benedizione - Sabato, 2 febbraio 1991)
Preghiera per la pace
Dio dei nostri Padri,
grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita,
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l’orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l’umanità:
mai più la guerra, avventura senza ritorno,
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza;
fai cessare questa guerra in Siria
minaccia per le tue creature, in cielo, in terra ed in mare.
In comunione con Maria, la Madre di Gesù,
5 ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione e della vendetta,
suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,
gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra.
Amen.
“Apri il cuore degli uomini al dialogo”
Signore,
sorgente della giustizia
e principio della concordia,
tu, nell’annuncio dell’Angelo a Maria
hai recato agli uomini
la buona notizia
della riconciliazione
tra il Cielo e la terra:
apri il cuore degli uomini al dialogo
e sostieni l’impegno
degli operatori di pace,
perché sul ricorso alle armi
prevalga il negoziato,
sull’incomprensione l’intesa,
sull’offesa il perdono, sull’odio l’amore.
“Ascolta la supplica che la Chiesa ti rivolge”
Dio dei nostri Padri,
Padre di tutti,
che nel tuo Figlio Gesù, principe della pace,
doni la vera pace ai vicini e ai lontani,
ascolta la supplica che la Chiesa ti rivolge
in comunione con la Madre del tuo Figlio:
assisti i soldati di ogni fronte
che, costretti da dolorose decisioni,
si combattono a vicenda nella guerra in Siria;
liberali da sentimenti di odio e di vendetta,
fa’ che serbino sempre nel cuore
il desiderio della pace,
perché di fronte agli orrori della guerra
il turbamento non diventi per loro
depressione e disperazione.
“Accogli gli uomini che la violenza delle armi ha consegnato alla tua misericordia”.
Padre,
il tuo Figlio, il Santo, l’Innocente,
è morto sulla croce,
vittima del peccato dell’uomo.
È morto
irrorando di sangue la terra
6 e seminando nel cuore dell’uomo
parole di perdono e di pace.
Ascolta, Padre,
il grido del sangue innocente
versato sui campi di battaglia,
e accogli nella tua dimora di luce,
per la materna intercessione
della Madre del dolore,
gli uomini che la violenza delle armi,
strappandoli dalla vita,
ha consegnato
nelle mani della tua misericordia.
“Conserva le creature del cielo, della terra e del mare minacciate da distruzioni tra inaudite sofferenze”.
Padre che ami la vita,
nella risurrezione del tuo Figlio Gesù
hai rinnovato l’uomo
e l’intera creazione
e hai voluto arrecare loro
come primo dono la tua pace:
guarda con compassione
l’umanità lacerata dalla guerra;
conserva le creature
del cielo, della terra e del mare,
opera delle tue mani,
minacciate da distruzioni
tra inaudite sofferenze,
e fa’ che,
per intercessione di Santa Maria,
solo la pace guidi le sorti
dei popoli e delle nazioni.
“Giunga presto a tutti i confini l’atteso annuncio: è finita la guerra!”.
In quest’ora
di inaudita violenza
e di inutili stragi,
accogli, Padre,
l’implorazione che sale a te
da tutta la Chiesa,
orante con Maria, Regina della pace:
effondi sui governanti
di tutte le nazioni
lo Spirito dell’unità e della concordia,
dell’amore e della pace,
perché giunga presto
a tutti i confini
l’atteso annuncio:
è finita la guerra!
E, ridotto al silenzio il fragore delle armi,
risuonino in tutta la terra
canti di fraternità e di pace.
Coordinamento Nazionale per la Pace in Siria