(ASI) Il Prefetto di Perugia, nel tentativo di difendere la città dall’accusa lanciata da più parti dell’essere la “capitale”della droga, non ha sicuramente usato i toni e le espressioni paludate, proprie del suo ruolo istituzionale.
Si è lasciato trasportare, da napoletano verace qual è, dalla foga e dalla provocatoria invettiva verso quelle madri e quei padri, rei di non accorgersi per tempo e di non punire esemplarmente i propri figli drogati.
Il problema droga è talmente serio da non poter essere liquidato con la cacciata a brutto muso del Prefetto, dal linguaggio “grillino”.
Sotto esame va messo il nostro sistema sociale, educativo, di stile di vita; la domanda crescente di sostanze stupefacenti, leggere o pesanti che siano, il loro largo consumo e non solo tra i giovani, deve imporci una approfondita riflessione.
Se un genitore prende a ceffoni il figlio disubbidiente o che ha commesso una qualche “bischerata” trasgressiva, propria dell’età giovanile, viene subito additato come un padre violento, addirittura perseguibile dalla legge.
Se un giovane torna da scuola con una nota del professore perché indisciplinato o svogliato, oggi, il più delle volte, trova in famiglia amorevole comprensione e giustificazione e non un severo, sacrosanto rimprovero.
La scala dei valori e dei principi è in larga misura cambiata; i riferimenti etici e religiosi sono saltati, relativizzati.
Tutti coloro che richiamano modelli comportamentali oggi desueti, perché propri di una passata generazione, vengono considerati superati e fortemente criticati.
Così è stato anche per il Prefetto di Perugia quando, in conferenza stampa, ha voluto ricordare come suo padre lo avrebbe preso a calcioni e gli avrebbe “tagliato la testa”, se lo avesse sorpreso a spasso con una bottiglia in mano.
La sostanza è che, al di là dei formalismi di rito, la nostra società, al posto di combattere con decisione e fermezza il consumo di droghe, si è adagiata comodamente, all’ombra di fraintese libertà individuali, sulla filosofia della riduzione del danno.
La lotta alla droga è indubbiamente una battaglia su più fronti: la repressione dello spaccio spetta alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura.
La prevenzione è però in mano alla società tutta: ai servizi sociali, alle famiglie, alle associazioni civiche, alla scuola e alle comunità.
Su questo fronte il nuovo Sindaco di Perugia ha dinanzi a sé un compito molto complesso, ma che è in grado di affrontare con la dovuta determinazione: spetta a lui infatti indirizzare e coordinare la primaria attività preventiva.
Per iniziare i Vigili urbani escano finalmente per le vie della città per controllare non solo le macchine in divieto di sosta!!
Diano da subito l’immagine di una città più ordinata, pulita e vigilata: si facciano vedere, anche di domenica, camminare a piedi, insieme alle altre forze dell’Ordine, nel vasto parco verde di Pian di Massiano, per trasmettere alle migliaia di perugini che frequentano questi spazi, sicurezza e fiducia nelle istituzioni tutte.
E’ tempo di ripartire.
Giorgio Corrado
Coordinatore per l’Umbria di Ambiente è/e Vita