(ASI) "... Se il popolo italiano avesse l'ardire di trapassare senza esitazioni e senza conciliazioni da un regime rappresentativo bugiardo a una forma di rappresentanza sincera che rivelasse ed innalzasse i produttori sinceri della ricchezza nazionale contro i parassiti e gli inetti dell'odiosa casta politica non emendabile, le sette e sette vittorie dell'Alpe, del Carso e del Piave impallidirebbero davanti a questa meravigliosa vittoria civile...
In tutta l'Europa, in tutto il mondo, il potere politico è al servizio dell'alta banca meticcia, è sottomesso alle imposizioni ignobili dei rubatori e dei frodatori costituiti in consorzio legale. Neppure nel peggior tempo dei barbareschi e dei negrieri le genti furono mercanteggiate con così fredda crudeltà. Le Nazioni sono cose da mercato. La vita pubblica non è se non un baratto immondo esercitato nel cerchio delle istituzioni sterili e delle leggi esauste...."
Tratto dal discorso che Gabriele D'Annunzio tenne ai suoi Arditi a Fiume d'Italia, il 24 luglio 1920.