(ASI) Umbria - "Il 10 Febbraio? E che roba è?" Siamo nel centro di Terni, è la sera del 25 Aprile. Due anziani ricordano che oggi si festeggia quella "liberazione dai tedeschi che il Cavaliere voleva togliere". Lo ripetono, giusto per essere sicuri che i presenti, la barista e un paio di avventori, capiscano bene di cosa si parli.
Incuriositi dalla dissertazione storico culturale che pare animi positivamente i signori, domandiamo se ricordino anche il 10 Febbraio. D' accordo una piccola provocazione, ma visto che i "giovani dimenticano il 25 Aprile" , abbiamo voluto capire se gli adulti conoscano o meno le foibe.
Non le conoscono o, almeno, non sanno cosa sia il 10 Febbraio: sguardi persi e braccia aperte precedono un sonoro "Boh!"
Quando forniamo le dovute spiegazioni uno dei due scatta sulla difensiva: "sono anti fascista! E di quei fascisti Tito doveva ammazzarne il doppio".
Cerchiamo di far notare che non si trattò di "giustizia" bensì di pulizia etnica, ma desistiamo quasi subito: ci rendiamo conto che la conoscenza storica dei nostri interlocutori è fortemente ideologizzata.
E infatti ci accusano di essere "quelli che vogliono scordarsi dell' importanza dei partigiani per combattere i tedeschi".
"Doveva ammazzarne il doppio": l' antifascista ( del quale non riporteremo il nome malgrado abbia tenuto a qualificarsi) è fermamente convinto che Istria e Dalmazia fossero popolate da nugoli di fascisti. Migliaia di fascistoni istriani che, sommati ai soldati di Salò, avrebbero dovuto formare un' armata di milioni di camicie nere al servizio della causa fascista.
Non ci piace molto ridurre il dibattito a semplice "aritmetica storica", tuttavia ci sorge un lecito dubbio: se i fascisti erano ovunque ed erano milioni, come hanno fatto pochi partigiani a sconfiggere Kesserling e Graziani? Vorremmo domandarlo al signore, che nel frattempo è passato dalla storia alla Serie A, ma abbiamo un po'"paura" della risposta che potrebbe dare.