(ASI) Ci sono crimini che ledono non solo il singolo, ma l’ordine civile. Che modificano la storia. In questo caso la storia di una regione italiana che è stata brutalmente divisa. E insieme la storia d’Italia. La verità oggettiva e priva di condizionamenti ideologici è un diritto indispensabile per edificare il futuro sulla base di un passato solido perché noto.
Non è sull’oblio che si fonda il futuro, ma sulla memoria critica di quanto con le nostre azioni facciamo nel bene e nel male. Non bisogna mai abbassare lo sguardo sugli orrori del passato. Ogni morte scandalosa e ingiusta deve farci tremare e deve unirci al di là delle ideologie e del pregiudizio. Mai come ora dobbiamo essere capaci di ricordare e mai come ora dobbiamo lottare contro chi giustifica la violenza sulla base di un'idea del mondo che la violenza non la esclude. Come afferma il Premio Nobel per la Pace Elie Wiesel, ebreo che ha subito con la sua famiglia gli orrori della "tempesta devastante" che è la Shoah, "Il silenzio è un premio immeritato per i carnefici: le Vittime muoiono una seconda volta". E questo concetto vale sia per le Vittime dell'Olocausto che per quelle delle Foibe o dei Gulag, come per ogni altra Vittima della crudeltà umana. Qui si parla di diritti umani violati che legano indissolubilmente i destini delle persone nell'atto finale e cruento della loro fine ingiusta. Comunque e sempre ingiusta. Al di là della base distinta e delle ragioni che quelle morti orrende le hanno provocate.
Barbara Benedettelli, Responsabile Nazionale Area Tutela Vittime
FRATELLI D'ITALIA - AN
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