Ci teniamo tuttavia a chiarire che, non avendo scheletri nell'armadio a differenza di tanti altri partiti di governo, non rimangiamo le nostre dichiarazioni e respingiamo ogni accusa al mittente. Siamo inoltre pronti a denunciare il ministro Kyenge per istigazione al razzismo nei confronti degli italiani, nonché il suo Governo per istigazione al suicidio: mentre nella nostra provincia fallisce più di un’impresa al giorno, un ministro stipendiato dagli italiani ha la faccia tosta di presentarsi nella città della "disintegrazione etnica", elogiando Balotelli come modello di integrazione e prendendo le difese degli immigrati che hanno occupato la gru.
In una città come Brescia, per di più, in cui gli stranieri a breve supereranno gli italiani per nascite (attualmente siamo già oltre la soglia di 4 su 10), in cui scippi e furti sono all’ordine del giorno, in cui più del 70% dei detenuti è costituito da immigrati, in cui parcheggiatori abusivi e venditori ambulanti rovinano l’immagine del centro storico e le moschee abusive sorgono sotto la copertura dei centri culturali islamici, in questa città, gli organi che dovrebbero garantire la sicurezza dei bresciani non trovano argomento più urgente da trattare, se non il discorso politico di un movimento che, a differenza di centri sociali e associazioni di immigrati, da sempre agisce nel rispetto civico.
Solo pochi giorni fa, una trentina di stranieri ha accerchiato e aggredito tre agenti in stazione, mentre questi tentavano di arrestare un sudamericano per spaccio. Di questi trenta, nessuno è stato arrestato. Forse agli organi di competenza converrebbe rivisitare le proprie priorità: Brescia è un "Far West" multietnico e la responsabilità non è certo di Forza Nuova.