Pur essendo venuto a mancare da un ventennio lo spauracchio comunista che ne costituiva la ragion d'essere, la NATO è ancora viva e vegeta ed oggi è l'esecutrice delle mire imperialiste statunitensi nel Vicino e Medio Oriente, oltre che un elemento di controllo sul continente europeo attraverso una rete di strutture militari che godono di regime di extraterritorialità e sono presenti a decine pure in Italia. Coerentemente a tale approccio militarista, il Premio Nobel per la Pace Obama era pronto a scatenare l'ennesima “guerra umanitaria” contro la Siria (paese che sta fronteggiando un’imponente aggressione del terrorismo jihadista), però il tanto esecrato Vladimir Putin ha svelato all'opinione pubblica mondiale le menzogne su cui fondavano i teoremi atlantisti ed il suo Ministro degli Affari Esteri Lavrov ha trovato una mediazione diplomatica per scongiurare il conflitto.
I cantori dei diritti umani a senso unico, che ignorano i crimini di guerra statunitensi e sionisti e non prendono posizione contro i regimi allineati all'asse atlantista, additano al pubblico ludibrio la Russia per le sue politiche restrittive nei confronti di separatisti islamici che compiono atti di terrorismo, nonché di quei provocatori e politicanti a libro paga degli USA, i quali dietro una melensa patina di buonismo e di retorica cercano solo pretesti per minare dall'interno le fondamenta sociali, morali ed istituzionali della potenza russa.
La Russia, con la sua posizione di pilastro della massa euroasiatica, si è tradizionalmente posta ad argine rispetto alle ingerenze delle potenze talassocratiche occidentali e inoltre, come ha recentemente ricordato Putin al summit di Valdaj, la Russia ha sempre rappresentato un elemento di stabilità negli equilibri internazionali.
Risollevatasi sotto la guida di Putin dalla miseria economica e dalla debolezza strategica in cui era sprofondata durante i governi di Boris Eltsin, la Russia è oggi nuovamente un attore internazionale di primo piano, con un'economia, delle risorse naturali e degli interessi strategici complementari a quelli dell'Italia e dell'Europa.
In quest’ottica la Russia rappresenta un’opportunità di sviluppo per il nostro paese, aprendo le porte della nostra economia non solo all’Unione Eurasiatica (Kazakistan, Bielorussia e in futuro forse Ucraina), ma anche agli importanti mercati dell’Asia. A fronte di questa possibilità denunciamo come strumentali o, quantomeno, poco oculate le proteste nei confronti dei disagi dovuti all’organizzazione del vertice tra il Presidente del Consiglio Letta ed il Presidente Vladimir Putin, nonché le piazzate rivolte contro il Capo di Stato russo.
Il Coordinamento Progetto Eurasia (www.cpeurasia.eu), attivo a Trieste tramite l'associazione culturale Strade d'Europa(Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), auspica perciò che da una città che rappresenta la proiezione dell'Italia verso l'Europa orientale ed il cuore dell'Eurasia, parta, grazie a questo summit, un sempre più profondo rapporto economico, politico e strategico del nostro Paese con la Russia.