(ASI)Perugia – “Tutela dell’ambiente, manutenzione degli impianti industriali e alimentazione guidano la classifica dei settori con il maggior sviluppo imprenditoriale nel periodo 2009-2013, con un tasso di crescita del 7,1 per cento. A ‘soffrire’, invece, sono l’edilizia, l’autotrasporto e le produzioni metalliche, finiti nelle ultime posizioni di un drappello di settori che, negli ultimi 4 anni, hanno perso il 7,6 per cento delle imprese”.
È l’Ufficio studi di Confartigianato Imprese ad aver stilato questa classifica, presentata nei giorni scorsi a Roma, in occasione della Convention della categorie, e recepita dalla segreteria provinciale perugina di Stelvio Gauzzi. Nel dettaglio, secondo la rilevazione di Confartigianato Imprese, tra il 2009 e il 2013, il record del dinamismo imprenditoriale appartiene alle aziende “green” che si occupano di manutenzione di aree verdi, pulizia di edifici e cura del paesaggio e che hanno segnato il maggior aumento con un tasso di sviluppo, a livello nazionale, del 23,1 per cento. Al secondo posto, sul podio dei settori più vitali, c’è la riparazione e l’installazione di impianti industriali: negli ultimi 4 anni il settore ha incrementato il fatturato con una crescita del 36,2 per cento. Medaglia di bronzo, poi, per l’alimentazione. Nonostante la crisi, infatti, alla qualità del cibo artigiano non si rinuncia e, così, le attività alimentari (+1,2%) e i servizi di ristorazione (+8,9%) possono contare su di un aumento importante nell’ultimo quadriennio.
“È crisi profonda – ha commentato il segretario Gauzzi –, all’altro capo della classifica. Peggior risultato per l’edilizia che, tra il 2009 e il 2013, ha perso il 12,7 per cento di imprese nel settore della costruzione edifici e il 3,7 per cento nel settore dei lavori specializzati di costruzione, dovuto alla diminuzione delle compravendite, ai ritardi di pagamento, al rialzo dei tassi di interesse”. La recessione, inoltre, ha lasciato segni profondi anche sull’autotrasporto, con una perdita di imprese del 10,9 per cento. Un trend negativo sul quale hanno pesato il calo dei consumi, il rincaro dei prezzi del carburante, la concorrenza dei vettori stranieri. Al terzo posto tra i settori che hanno perso il maggior numero di aziende, infine, la fabbricazione di prodotti in metallo, con una variazione negativa del 10,8 per cento, messa fuori mercato dalla concorrenza internazionale e dalla volatilità dei prezzi dei metalli stessi. “I nostri dati – ha concluso il segretario di Confartigianato Imprese Perugia – mostrano i pesanti effetti della crisi su molti settori artigiani, aggravati da misure penalizzanti. È il caso dell’autotrasporto che, già colpito dalla crisi e dalla concorrenza sleale dei vettori stranieri, ora, in base alla legge di stabilità, si vedrebbe aumentare il costo del gasolio per uso professionale. Gli imprenditori non vogliono piegarsi al pessimismo e si sforzano di innovare, investire in nuovi settori e intercettare le nuove tendenze del mercato. Ma chi guida il Paese ha il dovere di sostenerli, evitando di aggiungere all’impatto della crisi, gli effetti di provvedimenti penalizzanti”.
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