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Allarme della  FIOG in Italia rischio di estinzione degli ostetrico-ginecologi condannati a pagare indennizzi esorbitanti

(ASI) Roma 9 Novembre 2013 - Il contenzioso medico-legale e i suoi risvolti assicurativi rischiano di mettere in serio pericolo il futuro dei giovani ostetrici-ginecologi, e al contempo, la salvaguardia della salute della donna e del nascituro. Il decreto Balduzzi aveva indicato il 12/08/13 quale data per l’assicurazione professionale obbligatoria per tutti i medici. Il termine è stato rinviato di 1 anno proprio per le difficoltà di reperire sul mercato polizze affidabili e a prezzi sostenibili. Oggi una modica polizza RC professionale per un ostetrico-ginecologo oscilla tra i 12.000-e i 15.000 € l’anno e offre garanzie limitate. Questo prezzo è inaccessibile per i giovani neospecialisti, ed è difficilmente sostenibile per gli attuali stipendi. Da non sottovalutare che l’esperienza ci insegna che l’obbligo di assicurazione del professionista, intervento virtuoso in linea di principio, corre il rischio di contribuire all’aumento del contenzione perché rassicura oltremodo il soggetto che ritiene di aver subito un danno, rispetto alla certezza del risarcimento.

Noi per primi, ci auspicavamo che l’obbligo di assicurazione potesse agire  come calmiere del mercato assicurativo.

Di fatto ciò non è avvenuto.

Pertanto, vogliamo denunciare ancora una volta l’attuale situazione che conduce a praticare la medicina difensiva, induce i medici a ritirarsi dal servizio e fa vivere la professione con disagio e paura. E’ noto che gli errori in medicina nell’80% dei casi sono dovuti a motivi organizzativi e nel 20% al singolo operatore. Appare così singolare che i nostri governi vogliano scaricare interamente sui medici il costo del contenzioso, è come se l’autista dell’autobus fosse personalmente assicurato e non la società dei trasporti.

Oggi le strutture sanitarie pubbliche e private non hanno l’obbligo di assicurarsi.

Onde scongiurare il ricorso ad azioni di sciopero, come quello del 12 febbraio scorso, che possono creare profondi disagi ai cittadini, chiediamo al governo di procedere all’attuazione della riforma della responsabilità professionale medica approvando uno dei disegni di legge attualmente giacenti nelle commissioni delle camere (il più vecchio giace da 13 anni) e alle regioni e alle strutture sanitarie di garantire le coperture assicurative del sistema: così facendo, si dovrebbe attivare anche un circuito virtuoso che porti a migliorare l’organizzazione del sistema per ridurre il margine d’errore. A noi il compito di lavorare riducendo i costi della medicina moderna, rispettando i percorsi diagnostico-terapeutici indicati dalla medicina basata sull’evidenza e contraendo un’alleanza con le donne, in quel momento, pazienti.

Ci rivolgiamo pertanto ai firmatari dell’ultima proposta di legge presentata il 6 settembre 2013 in materia di rischio clinico e prevenzione della medicina difensiva che prevede:

- L’attribuzione  della responsabilità per danni alla struttura sanitaria pubblica o privata

- L’obbligatorietà dell’assicurazione per la struttura sanitaria

- La definizione degli ambiti e delimitazione economica della responsabilità del singolo medico

- L’istituzione di un fondo di mutualità forzata in carico al mercato assicurativo in caso di insufficiente copertura  assicurativa del professionista

- L’istituzione di un fondo di solidarietà per l’indennizzo delle vittime da alea terapeutica (danno senza colpa)

- La gestione del rischio clinico per ogni singola struttura in modo approfondito ed efficace

 

FEDERAZIONE ITALIANA DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA

 

 

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