“L’influenza - dichiara il Dott. Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS - è una delle più comuni malattie nel mondo e, al tempo stesso, rappresenta una potenziale minaccia di pandemia. E’ un grave problema che affligge la Sanità Pubblica a causa della ubiquità, contagiosità e variabilità antigenica dei virus influenzali, oltre all’esistenza di serbatoi animali e delle possibili gravi complicanze. Siamo convinti che la vaccinazione antinfluenzale rappresenti il mezzo più efficace e sicuro per prevenire la malattia e le sue complicanze. Tengo inoltre a sottolineare l’efficacia dei vaccini antinfluenzali: la loro composizione viene infatti aggiornata ogni anno”.
I dati forniti dal sistema di rilevazione INFLUNET, attivo dal 1999, mostrano un’incidenza media di periodo pari a 3,5 casi per 1.000 per settimana, per tutta la popolazione e rilevano, per le settimane di picco dell’epidemia influenzale, incidenze variabili da 5 a 14 casi per 1.000. “Rapportando tali dati alla popolazione italiana – spiega Gianni Bona, Direttore della Clinica Pediatrica dell'Università del Piemonte Orientale presso l'Azienda Ospedaliero Universitaria Maggiore della Carità di Novara e vicepresidente SIPPS - si stima che ogni anno vengano colpiti, in media, da sindromi simil influenzali (ILI) circa 5 milioni di soggetti (con circa 8 milioni di soggetti colpiti negli anni di picco). I bambini e adolescenti fino ai 14 anni contraggono di più e per primi l’infezione contribuendo maggiormente alla diffusione della epidemia; i soggetti >65 anni sono quelli che pagano il maggior prezzo in termini di mortalità per le complicanze ad essa dovute”.
Le raccomandazioni emanate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’aggiornamento della composizione del vaccino antinfluenzale per la stagione 2013/2014 per l’emisfero settentrionale, sono il risultato dei dati di sorveglianza virologica forniti da tutti i Centri Nazionali di riferimento (NIC), afferenti alla rete internazionale dell’OMS, attualmente composta da oltre 130 laboratori. I virus che dovranno essere contenuti nel vaccino nella prossima stagione sono:
- A/California/7/2009 (H1N1)pdm09-like virus (presente anche nel vaccino 2012-2013)
- A(H3N2) virus antigenically like the cell-propagated prototype virus A/Victoria/361/2011 (presente anche nel vaccino 2012-2013)
- B/Massachusetts/2/2012 (B/Yamagata lineage), nuova variante
Il vaccino antinfluenzale è indicato nel periodo che va da metà ottobre a fine dicembre, per tutti i soggetti che desiderano evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni. Tuttavia, la vaccinazione viene offerta attivamente e gratuitamente ai soggetti che per le loro condizioni personali corrono un maggior rischio di andare incontro a complicanze nel caso contraggano la malattia e ai soggetti che hanno un’età superiore ai 65 anni. La protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l’inoculazione e prosegue per un periodo di sei-otto mesi, per poi declinare. Per questo motivo è necessario rivaccinarsi ogni anno.
I vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati o parti di questi: non possono, dunque, essere responsabili di infezioni da virus influenzali.
“La vaccinazione - conclude Luciano Nicolosi, Responsabile Gruppo di Lavoro Vaccini e Vaccinazioni SIPPS - oltre ad una protezione soggettiva garantisce la salvaguardia di quanti sono a contatto con il vaccinato (“protezione di gregge”), impedendo in tal modo la diffusione del contagio ai conviventi e contatti. La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale auspica che tale vaccinazione, praticabile a partire dal 6° mese di vita, possa essere attivamente offerta a tutti i soggetti in età pediatrica a rischio di conseguenze gravi, perché portatori di patologie croniche, in particolare dell’apparato respiratorio e cardio-circolatorio, come indicato nella Circolare del Ministero della Salute”.