(ASI)
Lettere in Redazione - “Dialisi, morte lenta del servizio pubblico. Lo stillicidio di soppressioni va avanti in modo inesorabile, a danno dei malati, delle famiglie, di tutta la collettività perché taglio dei posti per dializzati significa, paradossalmente, aumento della spesa pubblica per i rimborsi ai privati convenzionati”.
Lo denuncia il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, commentando il taglio di alcuni turni per gli assistiti del policlinico di Tor Vergata e dell’ospedale Santo Spirito. “La storia va avanti dal 2011, da quando per adeguarsi alle previsioni del piano di rientro, nel Lazio si è iniziato a sopprimere turni di assistenza ai dializzati che così hanno dovuto far ricorso al privato convenzionato. Risultato? Nessun risparmio ma un costo umano ed economico senza eguali” commenta il presidente, che aggiunge: “Nel 2010, su 4.585 pazienti totali il 52.3% veniva curato nel servizio pubblico, il 40,6% nel privato, il 7,1% in ambito domiciliare. Ora i rapporti si stanno invertendo e, se la chiusura di un turno di dialisi consente al Servizio sanitario regionale un risparmio di spesa per il personale di 165mila euro, lo spostamento di pazienti verso il privato convenzionato impone un costo annuo di 280mila euro. In conclusione: la chiusura di un turno di dialisi e lo spostamento dal pubblico al privato genera un costo aggiuntivo di 115mila euro l’anno a carico della Regione Lazio. Plaudiamo agli strateghi della programmazione sanitaria regionale”.
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